Lavis. Curiosando lungo le strade della Piana Rotaliana ci si può imbattere in vecchi cippi e si possono vedere alcuni cartelli che oggi appaiono curiosi ma che evidentemente avevano un senso quando furono posati. Eccone alcuni che hanno attirato la nostra attenzione.
Sul lato destro della strada statale n. 12 fra Nave S. Felice e la rotonda per il paese dei Sorni, incorporata nel muro di cinta della campagna, si vede una strana lapide. Osservandola da vicino si scopre che nella parte superiore la lapide è stata scalpellata ed è stato ricavato un vano. In quel vano era inserita una targa con l’incisione in lettere maiuscole di una vecchia ordinanza stradale.
Questa lapide, diversi anni fa, forse per cause naturali, si era staccata e cadendo a terra si era spezzata. Il signor Luigi Facchinelli di Sorni l’aveva raccolta e posizionata nel muro a lato della strada denominata “dei Orti” nel paese dei Sorni, dove si trova tuttora.
Purtroppo l’iscrizione è molto deteriorata, ma si riesce a leggere ancora qualche cosa:
In fondo, al centro, si intravede un inizio di data molto deteriorata: 18…..
Praticamente era un vecchio “segnale stradale” che aveva lo scopo di tutelare quel tratto dell’antica via Imperiale.
Un altro cippo molto antico si trovava a Nave S. Felice all’inizio della strada provinciale per la val di Non.
La via, fino alla costruzione del sottopasso attuale, iniziava dalla strada statale n. 12 e prima di arrivare al ponte sull’Adige doveva oltrepassare il passaggio a livello del treno e tram.
Sull’angolo destro all’inizio di tale strada era posizionato il cippo paracarro con l’iscrizione:
Questo cippo era stato abbattuto e rotto da ignoti negli anni Ottanta del secolo scorso.
Il pezzo superiore con l’iscrizione era stato recuperato e portato nel cantiere comunale di Lavis.
Venuto a sapere del fatto, l’allora Sindaco di Cles, il Signor Giacomo Dusini, chiese al Comune di Lavis di non lasciare questa antica pietra miliare chiusa in un magazzino ma di riposizionarla, almeno per ricordo, nei pressi della sua collocazione originaria. Secondo il Sindaco di Cles il cippo poteva essere di epoca romana.
Il Comune di Lavis accolse la richiesta e con l’occasione della costruzione del parco giochi del paese di Nave S. Felice, realizzato proprio nelle vicinanze del luogo originario dove stava il cippo, decise di porvi l’antica pietra con le indicazioni per le valli del Noce.
Un segno dei cambiamenti dei tempi è anche questo cartello stradale datato fine Ottocento. All’epoca i segnali venivano fatti a mano, ma quello che più ci interessa è il testo e in particolare la parola “concimi”.
In quegli anni i mezzi di locomozione erano le carrozze, i calessi, i carri e i cavalli da sella, rarissime erano le prime biciclette. Si trattava quindi di mezzi a trazione animale (cavalli, asini, muli e buoi). Lungo le strade erano frequenti erano anche le transumanze e gli spostamenti degli animali custoditi nelle stalle: mucche, capre e pecore.
Tutti questi animali nel loro tragitto lungo le strade del paese lasciavano spesso i loro bisogni: i fighi, le boace, le bagole e altri tipi di escrementi che insieme formavano la famosa “grassa”, cioè il concime naturale menzionato nel segnale.
Solitamente questi ricordi venivano semplicemente spostati ai lati delle strade fino a quando si arrivava a farne un bel mucchietto. Poi con la carriola o un carretto il tutto veniva prelevato dai contadini e portato in campagna come fertilizzante per i campi.
Il passaggio sempre più frequente sulle strade e il conseguente problema di igiene pubblica indussero il Comune di Lavis a predisporre questo cartello non permettendo più questa pratica. Da quel momento in poi strade e banchine dovettero restare sgombre e pulite, sotto pena di multa.
Il riciclo e il riutilizzo degli oggetti sono concetti estremamente moderni ma anche in passato spesso ci si ingegnava con quello che c’era a disposizione per risolvere i problemi più svariati. Ne è un esempio questo segnale in ferro smaltato degli anni Trenta.
Terminata la sua funzione di indicazione stradale, invece di finire in discarica è stato utilizzato per uno scopo completamente diverso. Un contadino lavisano ne ha intravisto le nuove potenzialità e dopo avergli applicato un manico in ferro lo ha usato come usàra per deviare l’acqua della roggia. Ecco che il cartello non ha più diretto il traffico di mezzi ma bensì l’acqua per endacquar i pradi dei Giaroni (oggi zona industriale via Negrelli).
Anche questo cartello è un segno inequivocabile di come i tempi siano cambiati ma anche di come una volta non ci si potesse permettere di sprecare nulla.
Questa tabella era esposta sulla porta laterale dell’allora Macello Comunale di Lavis (ora biblioteca comunale). Siamo agli inizi del Novecento. La carne di bassa macelleria era quella che si otteneva dalla macellazione di bestie ammalate o con qualche problema. Tale carne aveva un costo decisamente basso e secondo le indicazioni poteva venire consumata solo se cotta.
Due sono le deduzioni che possiamo fare grazie a questo reperto. La prima è che esisteva un mercato anche per questo tipo di carne, segno di un situazione di povertà piuttosto diffusa. La seconda è che comunque c’era la consapevolezza di possibili problemi e quindi anche della necessità di un certo controllo da parte delle autorità pubbliche. In altre parole un sorta di HACCP di cento anni fa.
Chiudiamo questa nostra breve carrellata sui cartelli e cippi curiosi che abbiamo visto lungo le strade dei nostri paesi con una strana lapide che ha attirato la nostra attenzione ma della quale non sappiamo il significato.
In fondo a via Rosmini, dopo l’incrocio con via Segantini, inserito nel muretto di confine sul lato sinistro della strada si intravede un pezzo di lapide con raffigurata una croce. L’innalzamento del manto stradale ha nascosto la parte sottostante della lapide. Forse nella parte sottostante c’è un nome o una indicazione che potrebbero chiarire il significato di questo manufatto.
Magari qualcuno ha un ricordo o un racconto di come era il cippo prima di venire parzialmente coperto dalla pavimentazione stradale. Per quello che è possibile intravedere sembrerebbe antico e sarebbe bello se il Comune o l’assessorato alla cultura potessero recuperare e riposizionare questa lapide nella sua interezza.
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