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Testimonianze della seconda guerra mondiale a Lavis

Lavis. Il paese di Lavis durante la seconda guerra mondiale era un importante obiettivo militare in quanto le sue vie di comunicazione, in particolare il ponte ferroviario dei Vodi, permettevano il transito di soldati, mezzi e rifornimenti. I bombardamenti e mitragliamenti a danno di questi obiettivi erano quindi quotidiani e non esistendo “armi intelligenti” spesso anche il vicino abitato veniva colpito.

A partire dal settembre del 1943 ai grandi bombardieri alleati si aggiunse una nuova minaccia dal cielo, più piccola ma per questo non meno letale: le incursioni notturne di un apparecchio chiamato “Pippo“.

A-30A_Baltimore – Foto tratta dal sito https://www.gracpiacenza.com/pippo-il-terrore-delle-notti-di-guerra.html

Il Pippo


Pippo era il nomignolo dato ad un piccolo aereo da ricognizione. Si diceva che fosse inglese, si alzava in volto a tarda sera e per tutta la notte girava in lungo e largo sopra i paesi del Trentino terrorizzando la popolazione. Solitamente aveva un carico di 3 bombe, due sotto le ali ed una sotto la pancia, e non appena vedeva una luce non esitava a sganciarle. In quegli anni era stata emessa anche una specifica ordinanza comunale che obbligava l’oscuramento di tutte le finestre e le aperture verso l’esterno per evitare che la luce segnalasse al Pippo un punto da bombardare.

Stando alle notizie dell’epoca, solitamente il Pippo, avendo un armamento ridotto, sganciava una sola bomba sull’obiettivo individuato, passando poi alla ricerca di un altro bersaglio. Queste bombe però erano pericolosissime perché oltre al danno dello scoppio si disintegravano, formando centinaia di piccole schegge micidiali per le persone e le cose che si trovavano nel raggio di 100 metri.

Il bombardamento di Piazza Loreto


A tarda sera di un giorno di dicembre del 1944 (non siamo riusciti a ricostruire la data precisa) uno di questi apparecchi deve aver visto qualche importante obiettivo militare perché in un colpo solo scaricò tutto il suo arsenale nella zona di Piazza Loreto a Lavis.

La prima delle tre bombe scoppiò sulla rampa boschiva di Camparta provocando danni lievi. La seconda e la terza centrarono invece l’abitato. La seconda scoppiò nell’orto dietro la casa del Panificio Comunale e la terza scoppiò quasi sotto al ponte di ferro, mancandolo di poco. In un raggio di cento metri il Pippo aveva sganciato tutta la sua potenza di fuoco.

Che cosa aveva spinto il pilota del caccia alleato a compiere un’operazione così insolita?


Leggi anche – Il panificio comunale di Lavis


Le operazioni della SPEER


Forse il pilota del caccia era stato attirato da alcuni movimenti sospetti.  In quel momento infatti nella zona un reparto militare della SPEER stava procedendo con dei rifornimenti alimentari.

La SPEER era una organizzazione militarizzata che si occupava del trasporto di materiali militari dell’esercito tedesco. In questa formazione dopo l’8 settembre 1943 e fino a fine guerra erano stati arruolati anche giovani trentini.

Sivio Claus faceva parte proprio di uno di questi reparti. In una sua relazione leggiamo che il suo reparto aveva il compito di rifornire soprattutto viveri alle varie batterie antiaeree della Flak e ai reparti TODT operanti nel territorio della val d’Adige.

Per questi trasporti il reparto di Silvio aveva a disposizione alcuni camioncini che erano stati requisiti dai soldati tedeschi nella loro ritirata lungo l’Italia.

Quella sera Silvio e i suoi compagni erano stati nel panificio comunale di Lavis a prelevare le casse di pane ed erano appena partiti con il carico. Quando sentirono gli scoppi delle bombe, si trovavano a San Lazzaro nel tratto di strada vicino al bivio per Meano, a non più di 400-500 metri dal panificio. Forse la luce dei fanali dei camion, anche se debole, aveva attirato l’attenzione di Pippo e quelle bombe erano destinate a loro.

Foto del camioncino di Silvio Claus

I danni del bombardamento


Fortunatamente il bombardamento non provocò né vittime né feriti ma solo tanto spavento e danni alle abitazioni.

Livio Lunelli ricorda che il foro della bomba scoppiata nell’orto era pari a circa due cariole di terra e che le facciate delle case che circondavano l’orto erano tempestate di schegge. Ci racconta che le finestre di casa sua vennero letteralmente disintegrate dallo scoppio.

Alcune schegge di quelle bombe vennero raccolte da un abitante degli Spiazzi e conservate. Anche i danni riportati dall’inferriata della porta del vano scale del Panificio Comunale vennero documentati con alcune foto.

I danni arrecati al ponte sono invece ancora visibili, anche se ad un occhio non attento passano inosservati. Sotto il ponte di ferro, nella facciata di appoggio sul lato nord, ci sono infatti decine di lesioni provocate dalle varie schegge della bomba scoppiata nel letto dell’Avisio. Si possono contare più di venti scheggiature in pochi metri quadri.

 

Carlo Refatti

Collezionista e appassionato di storia locale, è stato decorato con la croce nera del Tirolo È autore di alcuni libri sulle vicende belliche della prima guerra mondiale.

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