In compagnia dei due autori scopriremo come lo sport e la voglia di dimostrare le proprie capacità siano stati fondamentali al giovane protagonista per rialzare la testa e riscoprire la bellezza della vita
Lavis. Il libro che verrà presentato mercoledì 7 dicembre, alle ore 20,30, presso la biblioteca di Lavis parla di una storia vera, raccontata per così dire “a due mani”. E’ un libro speciale, di introspezione, di profonda sofferenza, ma anche di ricerca, di speranza e di riscatto. E’ un libro di piccolo formato come usano adesso molte case editrici: è piccolo, ma ha un grande cuore. Un libro adatto a tutti, soprattutto ai giovani e a chi – forse non rendendosi conto di esser fortunato – troppo spesso si lamenta delle proprie condizioni.
Il protagonista
Si chiama Cristian Sighel, di Baselga di Piné, in questi anni conosciuto nel mondo del podismo per essere uno dei pochi ipovedenti a gareggiare con successo a fianco dei cosiddetti normodotati.
Colpito nel 1998 da una terribile malattia, all’età di 20 anni Cristian rimane quasi cieco (un solo decimo da un occhio) e da lì in avanti deve adattarsi a convivere con la disabilità. Una condizione che nei primi anni è troppo grande per poter essere accettata. Lui non vuole sentirsi un disabile, né sopporta la curiosità e i pregiudizi di chi incontra. Si chiude in casa, inizia a detestare il mondo, odia se stesso, crea attorno a sé una realtà parallela fatta di invidia e di autocommiserazione. Nei momenti più bui arriva al punto di pensare di farla finita.
Se non che, qualche anno dopo, accade una cosa incredibile. Cristian si lascia convincere da alcuni amici a dare una mano nell’organizzare una gara podistica. Poi, nel corso della manifestazione, matura l’idea di poter correre anche lui, se guidato da qualcuno. Ne parla con i familiari ai quale non pare vero ciò che sta accadendo. Così, qualche mese dopo, Cristian partecipa alla sua prima gara unito da un cordino legato al polso di un amico. In seguito affronta competizioni via via sempre più impegnative sempre in compagnia di qualche amico fidato, fino a quando, raccogliendo una sfida contro se stesso, decide di correre una 24 ore, stavolta completamente da solo.
E dopo la parte iniziale del libro – quella del dramma, dello smarrimento e della solitudine – è proprio nella seconda parte che il racconto riscatta l’esistenza di Cristian in un crescendo in cui fra cadute e risalite, il ragazzo inizia finalmente a vedere la luce del sole.
Ora, dopo più di vent’anni da quei fatti, la vicenda di vita di Cristian Sighel è raccontata in questo libro scritto a “due mani”. Una storia avvincente che sa coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina. Un libro che in questi tempi cupi sa sollevare lo sguardo e lo spirito verso l’alto alla ricerca non solo del sole, ma di tutto ciò che di bello e di luminoso la vita ci può offrire. E la storia di Cristian, ricca di tenacia e di speranza, diventa in questo caso un grande esempio, da condividere e da imitare.
Gli autori
Cristian Sighel lavora come centralinista presso la Cassa Rurale Alta Valsugana. A 20 anni un’improvvisa malattia gli porta via la vista per sempre. Il libro racconta la sua incredibile storia, a partire da quel terribile 30 dicembre 1998, quando lui era un giovane ragazzo appena tornato dal servizio militare.
Maurizio Panizza è un giornalista, scrittore, documentarista storico. Ha lavorato per molti anni con numerosi quotidiani, in seguito è stato direttore di alcune testate. E’ autore di numerose pubblicazioni. In tempi recenti si è specializzato nell’indagare fatti e personaggi del passato riportando alla luce vicende sconosciute poi riproposte in Rai e anche in teatro. E’ Vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige.
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