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Le leggende della Valsugana – Civezzano e il Sabba delle Streghe

Civezzano. Prosegue il nostro viaggio alla ricerca delle leggende della cultura popolare trentina. La storia di oggi arriva da Civezzano e ci parla di un elemento che troviamo spesso non solo nel folklore locale ma anche nei documenti storici che narrano dei drammatici processi alla stregoneria: i sabba.

Il sabba di Civezzano


Era un caldo pomeriggio d’estate. L’aria era calda e in cielo non si vedeva nemmeno una nuvola. Le cicale facevano da colonna sonora a questa estate torrida. A Civezzano, in un campo, due giovani contadini stavano falciando l’erba. A mezzogiorno i due si sedettero all’ombra di un albero per poter gustare con calma, e con un poco di fresco, il pranzo portato da casa.

«Quanto vorrei avere qui un botticello di vino buono -disse uno dei due». E proprio in quell’esatto momento due donne anziane vestite di nero, uscirono dal bosco. «Avete per caso chiesto del buon vino? – chiesero in coro le due anziane. Noi abbiamo proprio quello che fa al caso vostro». E come per magia comparvero, davanti ai due giovani, due botti di vino fresco. I due rimasero esterrefatti e stupiti. «Dai su -dissero sempre in coro le due vecchie – non siate timidi. Bevete, bevete». «Possiamo veramente? Domandò uno dei due falciatori». «Ma certo -rispose quella più anziana. Ma ad una condizione: questa notte, a mezzanotte, ci dovete aspettare proprio qui, in questo campo perché verrete con noi a ballare e a mangiare». I due ragazzi si guardarono per qualche istante e.. «D’accordo. Ci stiamo. Fateci assaggiare il vostro vino e questa notte verremo con voi a ballare e a mangiare».

A quel punto presero le due botti e iniziarono a bere. Era vino buono. «Mai bevuto un vino così buono – disse uno dei due ragazzi». Ne bevvero molto senza però ubriacarsi. Anzi quel vino diede a loro le energie per poter finire di falciare il prato.

Arrivata la mezzanotte i due mantennero la promessa e si sedettero su un muretto che delimitava il campo appena falciato. Fu con lo scoccare della mezzanotte che si iniziò a sentire un canto lugubre. Poco dopo i due videro uno sciame nero illuminato dalla luna che si mescolava con l’oscurità della note: erano centinaia di streghe a cavallo delle loro scope. Giunte sul posto, alcune si avvicinarono ai due, altre accesero subito un grande falò al centro del campo. «Ora si danza, si canta e si mangia. Sta per arrivare il nostro signore – dissero tutte in coro». E così fecero.

«Venite con noi -dissero le streghe ai due ragazzi». I due, pietrificati dalla paura, non sapevano più cosa fare. «Queste sono streghe altro che semplici vecchiette. Siamo nel bel mezzo di un Sabba e il loro signore è il diavolo – disse uno dei ragazzi». «Già – rispose l’altro con voce tremante. Ci siamo infilati in un bel guaio. Siamo lontani dal paese e non possiamo chiedere aiuto. Non possiamo nemmeno scappare perché sono in troppe. Cosa facciamo?».

Un gruppo di streghe iniziò ad avvicinarsi ai ragazzi, visibilmente terrorizzati, quando notarono due croci appese al collo dei contadini: erano croci d’oro che brillavano grazie alla luce riflessa proveniente dal fuoco. «Buttate via quelle croci – disse la strega più anziana. Buttatele via. Satana si infurierà e vi ucciderà. Buttatele via..buttatele via….». I due giovani presero coraggio e con le croci in mano ordinarono alle streghe di andarsene: «Andatevene -dissero i due. Andatevene, la Croce di Cristo ci protegge. Non potete farci nulla». A quel punto un forte vento si alzò spegnendo il fuoco e spazzando via tutte le streghe. Subito dopo nel prato ritornò la calma e i due poterono tornare a casa sani e salvi.

Francisco Goya, Il sabba delle streghe, 1797

Il sabba


Il Sabba è il raduno delle streghe in presenza del Demonio durante il quale venivano compiute pratiche magiche, orge diaboliche e riti blasfemi. Il Sabba è spesso presente negli atti dei processi contro le streghe.

Nella cultura ufficiale, basata sugli atti dei processi per stregoneria, le streghe giungevano sul luogo prestabilito volando a cavallo di un animale, sopra un bastone o, come in questa leggenda, su una scopa. Nell’iconografia il Demonio, metà uomo metà capra, è al centro del rito seduto su un trono.


Leggi anche – Le leggende del Tesino – il Sanguanèlo


 

Andrea Casna

Andrea Casna, iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, albo pubblicisti, è laureato in storia e collabora con l'Associazione Forte Colle delle Benne. È stato vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana e collabora come operatore didattico con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

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