Dalla gavetta alla poesia, il premio letterario che unisce Trentino e Calabria

Un successo la prima edizione del premio nazionale di poesia “Vincenzo Pistocchi” che si è svolto a Francavilla Marittima. Ora il testimone passa a Lavis per l’edizione 2024

Francavilla Marittima. Chi segue Il Mulo lo saprà, tutto è iniziato con una gavetta, abbandonata alla fine della Seconda Guerra Mondiale da alcuni soldati in una casa di Lavis dove avevano trovato ospitalità, riportata in tempi recenti alla famiglia del suo proprietario, il caporale Vincenzo Pistocchi, a Francavilla Marittima in provincia di Cosenza.

Dalla gavetta alla poesia, poi, il passo è stato lesto: Bonifacio Vincenzi con la sua casa editrice Macabor e l’Associazione Culturale Lavisana hanno indetto la prima edizione del concorso “Vincenzo Pistocchi” per libro inedito di poesia, inserendola nel Festival Internazionale di poesia “Pollino in versi”. (Qui e qui trovate la storia della gavetta e del concorso.)

Sabato e domenica 26 e 27 agosto 2023 ho avuto il piacere e l’onore di assistere e partecipare alla chiusura del Festival, poiché una mia raccolta di poesie è stata pubblicata presso Macabor.
In particolare, nella serata di sabato si è svolta la Cerimonia di Premiazione del concorso “Vincenzo Pistocchi”, vinto ex aequo da quattro poeti (scelti tra più di cento partecipanti): Maria Benedetta Cerro (FR), Claudia Paternoster (Mezzolombardo, TN), Paolo Polvani (BR), Michela Zanarella (Roma).

La consegna dei premi è avvenuta nella cornice dell’agriturismo I Gelsi, di proprietà della famiglia Pistocchi, sotto una quercia che da 700 anni affonda le sue radici in quel luogo. Durante la serata, le autrici e l’autore premiati sono stati intervistati da Silvano Trevisani, critico letterario, e hanno letto alcune delle loro opere; è stato inoltre consegnato un riconoscimento speciale a Ines Ferrante, Giorgio Chiarini e Bruno Michelon, per il loro prezioso contributo nella ricostruzione dei legami tra la Calabria e il Trentino e della vicenda del caporale Pistocchi.

Nella serata successiva, il festival si è concluso con un incontro, “Voci di donne”, nel quale sono stata coinvolta insieme a Mariapia L. Crisafulli e Irene Sabetta: lo scambio è stato ricco ed emozionante, favorito dalle interviste di Tommaso Di Brango, critico letterario, e da un pubblico interessato e partecipe.

Il caporale Vincenzo Pistocchi

Esperienze e emozioni forti


Cosa mi porto via dall’esperienza calabrese?
Rubo un’idea di Trevisani che ha connesso la gavetta del caporale alla poesia, nel momento in cui entrambi hanno mosso e muovono idee, desideri, ricordi, fungendo da tramite. E in questa vicenda, di tramiti ne abbiamo molti: tra la disperazione della guerra e l’ospitalità di una famiglia, tra la Calabria e il Trentino, grazie a un editore appassionato ed all’Associazione Culturale Lavisana, tra un soldato che non è potuto tornare a casa e la sua famiglia che ha abbracciato (e nutrito) un gruppetto di trentini mai visti prima.

Mi piace immaginare un piccolo Vincenzo che gioca, proprio lì dove abbiamo ascoltato poesie e ci siamo sorrisi e commossi, sotto la quercia di casa sua. Mi piace sperare che da questo felice innesco (come l’ha chiamato Bruno Michelon) continui una collaborazione proficua e che una delle prossime edizioni del premio di poesia si possa tenere a Lavis. Sarà il nostro turno di accogliere e di fare un altro pezzo di strada insieme.

Consulente nel campo della formazione e del counselling, lavora con aziende e singoli, trattando temi come la comunicazione e l’orientamento professionale, l’accompagnamento al cambiamento. Tra l’amore per le parole e la convinzione che “siamo tutti fatti di storie”, studia e sperimenta tecniche e modi per raccontare la realtà ed è attualmente iscritta alla Scuola di Scrittura di Ivano Porpora.

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