Le storie

Liberio Furlini alla corte dei Gonzaga

Mantova. Verrà inaugurata domani, sabato 11 novembre, una nuova esposizione artistica di Liberio Furlini dal titolo  “UN UNIVERSO DI ARTE SENZA TEMPO”. Questa volta l’artista lavisano è uscito dai confini regionali e ha portato le sue opere nel prestigioso Museo Diocesano Francesco Gonzaga di Mantova. La mostra in realtà è aperta già dal primo di novembre e in questi primi giorni ha riscontrato un notevole interesse attirando numerosi visitatori.

L’esposizione è visibile in una sala nel museo ed è composta da 60 opere su lastre di granito e porfido che sviluppano il tema della pittura rupestre e da 15 opere su tela che raccontano la natura e sono state realizzate con varie tecniche pittoriche: la tecnica dell’affresco, del murales e della tempera all’uovo. Per la realizzazione di tutte queste opere Liberio Furlini ha usato dei colori ottenuti da pigmenti naturali, frutto di uno studio personale dell’artista.

Nelle parole di Marco Rebuzzi, curatore del Museo Diocesano di Mantova, le motivazioni che hanno spinto il museo a collaborare con l’artista trentino:

Il museo diocesano “Francesco Gonzaga” ospita in modo permanente capolavori dell’arte antica e moderna testimonianti la cultura e la storia locale, ma ha dedicato, soprattutto negli ultimi anni, una grande attenzione nei confronti di artisti contemporanei allestendo molte esposizioni. Promuovere il patrimonio artistico in tutte le sue forme ed espressioni è una prerogativa che il museo intende perseguire nella convinzione che l’arte sia in grado di creare un dialogo tra il passato e il presente. La scelta singolare di riprodurre e riproporre la pittura rupestre porta programmaticamente Liberio Furlini al ritorno a un passato remoto, a una preistoria, che in fin dei conti si è protratta nella storia fino alla prima rivoluzione industriale, in cui il ritmo della vita era dettato da quello delle stagioni; in cui il rapporto con gli animali era basilare per l’uomo, essendo quelli il fondamento del suo sostentamento. Ma anche simboli spesso totemici di forza e di pulsione vitale. Una sorta di invito di pietra al recupero della consapevolezza dell’importanza del rapporto con la natura quello rivolto dall’artista trentino agli osservatori contemporanei. Recupero che deve passare necessariamente anche dalla sintonia con il territorio che si abita, come dimostra la scelta di dipingere su rocce tipiche della sua regione, quali il porfido e il granito.

La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre e sarà visitabile con i seguenti orari:
da mercoledì’ a domenica dalle 9.30 alle 12.00 e dalle 15.00 alle 17.30

 

Redazione

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