San Nicolò nelle strade di Lavis e in biblioteca

La sfilata del 5 dicembre quest’anno sarà seguita, il giorno 6 dicembre, da un incontro in biblioteca per conoscere meglio le origini di questa tradizione

Lavis. Ci sono episodi e ricordi dell’infanzia, che segnano le emozioni e le attese dei bambini. Sono ricordi che ritornano nell’età adulta e ai quali si è propensi dare una spiegazione razionale, nonostante alcuni di essi tornino alla mente come esperienze paurose.
È il caso dei personaggi “portatori di doni” che ritornano ogni anno e che da un lato sono l’emblema della bontà per il dono offerto, dall’altro scatenano nei bambini emozioni contrastanti di gioia e di timore.

Nell’immaginario infantile, sicuramente, il periodo più magico dell’anno è quello natalizio, con le luci, gli addobbi e l’attesa del dono desiderato. Questo è un momento molto atteso e ai bambini si richiede l’impegno di comportarsi bene, di ubbidire ai genitori, ma allo stesso tempo, l’incontro con il personaggio portatore di doni può provocare ai loro occhi stupore, meraviglia, ma anche timore.

Dal 6 dicembre al 6 gennaio è un susseguirsi di personaggi, portatori di doni, che a seconda delle tradizioni remote e nuove, appaiono in occasione di sfilate che attraversano i paesi delle valli trentine al suono assordante di campanelli, campanacci e bandoni.

San Nicolò


Il primo ad aprire il mese dei portatori di doni è San Nicolò, che è atteso in varie località del Trentino e non solo nei paesi di cui gode il patronato. Questa usanza è viva in tutto l’arco alpino, italiano e tedesco e in Trentino si festeggia in Val di Fassa, nel Primiero, nella Val dei Mòcheni e in alcuni paesi della Piana Rotaliana (anche a Lavis), della Val di Non, della Valsugana e della Vallagarina.

Un’antica filastrocca, che risuonava per le vie di alcuni paesi, in occasione della festività di San Nicolò e cantata dai bambini, recitava così: “San Nicolò da Bari, la festa dei scolari, la festa dei putei, sona tuti i campanei…”.
Ancora oggi, l’impegno delle associazioni culturali locali, nel riproporre annualmente manifestazioni legate alla figura di S. Nicolò, quale dispensatore di doni, richiama quel sapore antico di tradizioni legate al mondo rurale, che in passato scandivano il trascorrere del tempo legandolo alle festività in onore dei santi.

Nell’attesa di San Nicolò, i bambini sono soliti scrivere una letterina in cui sono raccolti i desideri e i buoni propositi. In molti paesi San Nicolò arriva il 5 dicembre, all’imbrunire, ma può arrivare anche di giorno per le strade del paese (il 6 dicembre), oppure anche presso le abitazioni come avviene a Pozza di Fassa.

In alcuni paesi si comincia con il rito dell’avviso: i bambini scorrazzano per le strade trascinando lunghe file di barattoli di latta (bandòni). Ci si dà appuntamento in un luogo, dove al richiamo dei bambini, compare San Nicolò. Il corteo percorre le strade del paese, il santo invita i bambini ad essere obbedienti, ed infine estrae dalla gerla, portata dall’angelo o da un altro accompagnatore, i doni da dare ai fanciulli.

San Nicolò è un personaggio vestito da vescovo con una barba bianca, in testa ha la mitra, in mano il bastone pastorale ed è accompagnato generalmente dall’angelo e da un Krampus. L’angelo è di solito vestito di bianco, mentre il Krampus ha una maschera di legno, un vestito di pelle di caprone e trascina catene, che vengono usate per creare un rumore assordante. In alcuni cortei vi è anche un servitore, che è vestito da contadino e conduce l’asino di San Nicolò.

La tradizione in Trentino e a Lavis


In Trentino, sono innumerevoli le iniziative per festeggiare l’arrivo di San Nicolò, tutte legate al tessuto sociale della località in cui la “sfilata” si svolge, alcune con una lunga tradizione nel tempo, altre rinnovate dopo alcuni anni di sospensione. Da circa dieci anni, l’Associazione Culturale Lavisana, in collaborazione con la Pro Loco, ha ripreso questa usanza e il pomeriggio del 5 dicembre il centro storico viene invaso dai bambini che attendono l’arrivo di San Nicolò, accompagnato dai Krampus, da un frate e da due angioletti incaricati di distribuire dolciumi.
In alcuni paesi la festa è motivo di aggregazione comunitaria e partecipazione a progetti di solidarietà. Negli ultimi anni alcune sfilate dei Krampus si svolgono indipendentemente dalla sfilata o corteo di San Nicolò, come eventi a sé stanti.

Nel 2018 il Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina (attuale Museo etnografico trentino San Michele) ha inaugurato la mostra permanente i “Riti dell’anno”. Nella sala espositiva, in cui è presente la mostra, trovano spazio la “sfilata” di San Nicolò e le maschere dei Krampus, espressioni del dualismo bene-male della ritualità invernale.
La presenza dei due personaggi, che intervengono, premiando o castigando, in aiuto all’educazione impartita dai genitori, svolgono un’innegabile funzione pedagogica. Il premio e il castigo hanno, nel tempo, avuto lo scopo di educare i bambini a rispettare alcune regole di comportamento con il timore di punizioni da parte di un personaggio esterno all’ambito famigliare e su cui i genitori stessi hanno fatto leva per esigere rispetto.

San Nicolò, assieme a Santa Lucia e alla Befana sono le figure, legate al mondo dell’infanzia, che resistono nel tempo e che annualmente, in Trentino, vengono riproposte con una sfilata, strozega o corteo, richiamando l’interesse di varie associazioni ad organizzare gli eventi e a parteciparvi, come momento rituale di inizio di un periodo dell’anno legato alle tradizioni della famiglia e della comunità locale.

Martedì 5 dicembre sfilata in centro storico a Lavis alle ore 18.00

Mercoledì 6 dicembre talk storico culturale in biblioteca alle ore 20.30

 

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