Con il rito di ammissione di domenica parte il percorso che porterà il lavisano Guido Marcon verso il diaconato
Lavis. Domenica 7 gennaio, alle ore 10:00 nel Duomo di Trento, il vescovo Lauro Tisi presiederà rito di ammissione a candidato al diaconato permanente del lavisano Guido Marcon. Durante la cerimonia, il vescovo conferirà anche il ministero di Lettore al giovane seminarista diocesano Sebastiano Spagnolli e al religioso bertoniano Valdonei Alves Da Silva. Dei sì “giovani” rispetto alla vocazione di Guido, che non perde occasione per scherzarci sopra: «nella mia scelta c’è stato molto discernimento sicuramente».
Guido da tutta la vita si dedica alle attività della parrocchia di Lavis: nato nel 1963, per otto anni svolge il servizio di chierichetto sotto l’occhio vigile di Don Zadra. A questo suo “esordio” è rimasto molto legato. Oggi infatti segue con passione i giovani chierichetti ai quali con pazienza e dedizione cerca di passare quelle stesse nozioni imparate da piccolo. Oltre a questo, da circa un decennio è membro attivo del Consiglio Pastorale, con il quale pensa e organizza le attività per la parrocchia.
Tra le tante attività svolte da Guido per la nostra parrocchia, c’è il servizio di ministro straordinario per la comunione, grazie al quale ha potuto instaurare dei legami speciali con tanti anziani, bisognosi di compagnia e di quella parola buona che Guido ha sempre saputo dire: «si vivono dei momenti di gioia vera, a loro fa bene ricevere delle visite, ancora di più perché ricevono la comunione».
Ecco, Guido ha iniziato il suo percorso nel discernimento lo scorso anno, proprio nel pieno dell’anno udalriciano. Con questo 2024 che vuole essere l’anno dedicato a San Felice da Nola, patrono di Pressano, il nuovo cammino di Guido rappresenterà proprio questo simbolico ponte, in continuità con quella volontà di unire, fare rete, e crescere insieme.
L’idea del diaconato permanente nasce in Guido molti anni fa. «Mi trovavo ad Affi, nel Santuario della Madonna della Corona e un sacerdote mi chiese quali fossero i miei compiti in parrocchia e ad ogni mia risposta lui mi rispondeva “troppo poco, devi fare di più”. Così iniziai a considerare il diaconato, ma si trattava di una di quelle cose talmente grandi e irraggiungibili che ho lasciato perdere».
Qualcuno dirà che è stata la Provvidenza, ma sul cammino di Guido arriva il nuovo parroco di Lavis, Don Lamberto, che rilancia a Guido la proposta e gli dà del tempo per pensare. A quel punto però non c’erano più dubbi. «Mi sono detto, perché no? Così ne ho parlato col vescovo e con il responsabile dei diaconi, Don Ferruccio. Devo dire però che è stato Don Lamberto a darmi il giusto sprint».
Un nuovo ruolo
Diacono poi sarebbe quella figura intermedia tra un religioso e un laico. È colui che può presiedere la celebrazione di alcuni sacramenti, può battezzare, benedire matrimoni, assistere i malati, celebrare la Liturgia della Parola, predicare, evangelizzare e catechizzare.
«Io mi metto completamente a servizio – ci racconta Guido – mi piacerebbe seguire in particolare i servizi per la carità, aiutare i bisognosi, stando attento alla fragilità delle persone e non solo alle cose materiali. A volte, poi, è capitato di accompagnare i giovani lavisani in qualche occasione, come il recente pellegrinaggio ad Assisi dei cresimati del 2010: «con i giovani sono sempre delle esperienze interessanti, in un mondo dove tutti si lamentano di loro, bisogna abituarsi a vedere nei volti la bontà».
Insomma, Guido questo tempo di attesa lo sta vivendo con serenità e curiosità, non vede l’ora di iniziare, di mettersi ulteriormente a servizio, di continuare a fare quel bene che è sempre stato abituato a fare. «Mi sono accorto di quanti mi stanno accompagnando con la preghiera in questo momento così importante della mia vita: questo mi dà conforto, e devo dire davvero un grande grazie».
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