Lavis. Con questo primo articolo si cercherà di esplorare la storia di Lavis, un borgo che, nel corso di pochi secoli, è passato da una sorta di dipendenza da Pressano a diventare il centro amministrativo ed economico di una nuova realtà.
Tale articolo fa parte del progetto “Le vie dell’acqua e dell’uomo: società ed economia fra passato e presente” promosso da Ecomuseo Argentario, con il contributo della Fondazione Caritro. Partner del progetto: Associazione Culturale Lavisana; Comune di Lavis, Comune di Civezzano, Rete delle Riserve Val di Cembra Avisio; APPA
L’acqua fu per Lavis, come per molte comunità, la principale fonte di sostentamento e di sviluppo economico e sociale perché ha permesso di far funzionare un numero consistente di mulini, segherie, fucine, impianti per la concia delle pelli e il lavaggio dei minerali argentiferi ricavati dalle vicine miniere del Doss Canopi e, in generale, della zona dell’Argentario.
Alla metà del XIII secolo vengono costruiti i primi mulini con le prime rogge: nella prima metà del Duecento esisteva già un primo nucleo abitato con almeno due mulini, le rogge e un luogo di culto dedicato a Sant’Udalrico. Nello stesso periodo esisteva già un dazio. Dobbiamo precisare però che il ponte era situato più a valle, verso ovest rispetto all’attuale ponte di ferro, in linea con la chiesetta di San Lazzaro. Nel 1240 la località è detta Ponte-Avisio e a San Lazzaro vi era il lebbrosario. Attorno al 1320 Lavis è un vero paese con una propria organizzazione amministrativa, ma dipendente da Pressano.
Nei primi anni del Trecento Lavis è indicato come “villa” nel senso di villaggio, in modo particolare come “paese del Ponte dell’Avisio”, parte della Comunità di Pressano: Comunitas Persani et villa Avisi.
Tra il XIV e il XV secolo, Lavis, già centro importante per il commercio del legname, assume il controllo e la denominazione cambia in Comunità di Lavis: Communitas Avisii. Nel 1466, un atto di regola conferma che la maggior parte della popolazione di Avisio era di lingua tedesca. Sempre nel 1466, il borgo di Lavis è considerato alla pari delle altre realtà sociali che ruotano attorno a Pressano: a Lavis si tengono la Regola e il Consiglio generale e in questo periodo diventa anche la sede ufficiale del Vicario generale della giurisdizione di Königsberg.
Nel XVI secolo Lavis si estende lungo la riva destra del fiume, diventando un importante centro d’affari con amministrazione giurisdizionale. In questa fase, la sede amministrativa si trasferisce da Pressano a Lavis. Nel 1488 si parla di “Comunitas Avisii”, segno dell’autonomia raggiunta dal paese. L’importanza è confermata nel 1526 con la stesura della carta di Regola di Lavis, Pressano e Consorti: documento che colloca al centro della vita amministrativa delle varie comunità, non il paese di Pressano, ma quello di Lavis. Da questo momento, fino alla caduta dell’antico regime e l’avvio della fase comunale moderna all’inizio del XIX secolo, non si parlerà più di Comunitas Persani et villa Avisij, ma di “Communitas Avisii, Pressani et Consortum”.
Pressano è un antico centro. Un documento del 845 fa riferimento all’abitato di Pressano come parte di un comune molto più ampio che coinvolge Albiano e Meano. Nel 1163 un secondo documento attesta l’esistenza di un castello a Pressano, (nella zona, secondo la tradizione orale, del Pristol di Pressano). Agostino Perini, nelle Statistiche del Trentino, (1852), scrive che Pressano “nel secolo decimoquinto era un villaggio più florido di Lavis, ed ancora vi si vedono i locali che servivano per le prigioni.”
Dal XIV secolo Pressano manterrà, in linea generale, un’importanza in ambito vinicolo e, fino alla fine dell’età moderna, in ambito minerario con i giacimenti di galena argentifera sul Doss dei Canopi e nei pressi del Maso Clinga. Importante è stato anche il settore legato all’estrazione del gesso.
Tornando al borgo di Lavis, la parte più antica del paese è quella che sorge attorno al Doss Paion e che prende il nome di Pristol (oggi Bristol), da Burgastall che sta a significare luogo fortificato in posizione eminente.
Le origini del borgo di Lavis, che conosciamo oggi, risalgono, come già detto, al XIII secolo, ma l’area collinare, quella che ruota attorno al Doss Paion, è stata abitata e frequentata sin dalla preistoria. L’origine del toponimo Pristol, infatti, è legata, con tutta probabilità, alla presenza di un antico castelliere preistorico che sorgeva proprio nella zona del Doss Paion. Il toponimo Pristol si trova anche ad Albiano, a Grauno, Altavalle e Cembra Lisignago. Sul territorio dell’ecomuseo dell’Argentario abbiamo quindi due toponimi Pristol: Lavis e ad Albiano (uno anche a Pressano).
Il paese stesso prende il nome dal torrente Avisio. Il termine Avisio, stando alle ricerche ufficiali, deriverebbe dal celtico Av che significa acqua; in lingua italica è Lav. Il fiume al 1200 era detto Avis. Nei documenti latini è detto Avisius, in tedesco Eves, Nevis, Nefes; in ladino Èves, Èvas, Èveis, Veis, Èvis, Nèvus e Neves: in fassano la Veis, in fiemmazzo la Ves e in cembrano la Vis). Il significato è sempre lo stesso: acqua. Verso il 1545 appare la forma in lingua volgare: al Lavisio. Nei documenti antichi, nel 1320, il nome del paese è villa pontis Avisii, o villa Avisi: in un secondo momento l’articolo si è fuso con il nome diventando Lavisio.
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