Lavis. La Sindone è molto probabilmente la reliquia più studiata e controversa della storia della cristianità. Si tratta di un lenzuolo di lino, delle dimensioni di 4,4 x 1,1 metri, che mostra l’immagine frontale e dorsale di un uomo le cui ferite, impresse nel tessuto, sarebbero compatibili con quelle subite da Gesù Cristo nel suo martirio. Secondo le analisi questo lenzuolo avrebbe avvolto il corpo di un uomo solo per poche ore in quanto non sono state trovate tracce di decomposizione. Quando sia successo, che cosa accadde dopo e come si sia formata questa immagine resta invece un mistero che la scienza non è ancora stata in grado di spiegare completamente lasciando quindi spazio alla fede.
Secondo la tradizione cristiana la Sacra Sindone sarebbe il telo che avvolse il corpo di Gesù dopo la sua morte, quando venne deposto dalla croce e messo nel sepolcro. L’immagine sul sudario si sarebbe formata nel momento della resurrezione e quindi non sarebbe spiegabile scientificamente.
Un primo esame condotto nel 1988, con la tecnica del carbonio-14, ha fatto risalire questo reperto al XIII secolo dimostrando quindi che si tratterebbe di un falso storico. Tale conclusione è stata subito contestata da alcuni studiosi in quanto ci sarebbero state delle contaminazioni che potrebbero aver alterato il risultato. Altri esami fatti in tempi più recenti e con tecniche diverse sposterebbero la datazione indietro di parecchi secoli rendendola quindi compatibile con la tradizione cristiana.
Tutto questo ha contribuito ad alimentare il mistero intorno a questo reperto archeologico e al contempo ad attrarre studiosi e scienziati da tutto il mondo per studiarla. Uno di questi è il Professor Giulio Fanti che sabato 4 maggio verrà a Lavis per parlarci dei suoi studi sulla Sacra Sindone muovendosi proprio tra scienza e fede come riporta il titolo della conferenza.
L’incontro con il Professor Fanti si terrà alle ore 20.30 presso la chiesa arcipretale dedicata a Sant’Udalrico.
L’ingegnere Giulio Fanti è professore associato di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Padova. Dopo essersi dedicato a strutture spaziali, satelliti al guinzaglio e analisi di immagini, ha indirizzato dal 1997 il suo interesse verso la Sindone per colmare alcune lacune soprattutto in riferimento all’immagine corporea ivi impressa, che risulta tutt’ora scientificamente inspiegabile.
È stato il responsabile di progetti di ricerca universitari riguardanti la reliquia più importante della Cristianità ed è a capo da più di dieci anni del gruppo Shroud Science. È autore di più di 170 lavori scientifici pubblicati anche su riviste internazionali.
Sulla Sindone ha scritto 8 libri e più di 50 lavori scientifici; è stato editor invitato per uno speciale scientifico sulla Sindone e relatore di numerose tesi di laurea in Ingegneria Meccanica.
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