Lavis. Dell’antica torre e dei suoi misteri vi abbiamo già parlato in un precedente articolo, L’antica torre del mistero sul Dos Paion di Lavis. Sul piano superiore del doss Paiòn infatti esisteva un’antica torre in muratura a pianta semicircolare alta circa 4-5 metri e del diametro di circa 4 metri, mancante però della parte superiore, come pure del tetto.
A piano terra sul lato diritto, verso nord, c’era la porta d’ingresso con una grande finestra sopra in alto, mentre sul lato rotondo a est, c’era un’altra piccola finestrella quadra.
Non sappiamo quanto fosse stata alta nella sua primitiva costruzione e nemmeno quando sia stata costruita. Forse era una torre di controllo. Si racconta infatti che sul dosso, in tempi antichi, ci fosse un castelliere preistorico, prima retico e poi longobardo ma non sappiamo se la torre facesse parte o meno di questo complesso fortificato o se fosse più recente.
Di sicuro sappiamo in tempi più recenti la torre era stata adattata a roccolo per l’uccellagione.
Proprietari del doss Paiòn come pure della campagna e delle case adiacenti di Maso Franch, era la famiglia Sette di Lavis, famiglia che aveva ereditato tutto dal nonno materno Pietro Franch.
Il Maso Franch era conosciuto principalmente per la palla di cannone francese incastonata nelle sue mura. Questa era del calibro di 145 mm., ricordo della battaglia napoleonica dell’anno 1809, probabilmente ritrovata nei pressi della casa e murata sulla sua facciata principale.
Da documenti del Landesarckiv di Innsbruch, risulta che il proprietario di allora, Pietro Franch era stato primo tenente in una delle compagnie Schützen di Königsberg e aveva combattuto contro le truppe napoleoniche negli anni 1796-97. Il 20 marzo 1797 nella battaglia svoltasi proprio in val di Cembra della durata di ben 10 ore, venne ferito da due baionettate e fatto prigioniero dai francesi.
Nel libro su Lavis di Albino Casetti si riporta anche che Pietro Franch come capitano di una compagnia sempre di Schützen nel 1809 abbia partecipato alla battaglia sul Bergisel ad Innsbruck. Anche lì era stato fatto prigioniero dai francesi. Riusci però a fuggire quando la colonna di prigionieri passò per Rovereto, aiutato da persone che lo avevano riconosciuto. Venne pure decorato con due grandi medaglie, d’oro e d’argento al valore.
Ma torniamo alla storia della nostra torre.
Solitamente la famiglia Sette trascorreva nella casa padronale del Maso Franch solamente il periodo estivo, però durante la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre 1943 quando incominciarono i massicci bombardamenti americani al ponte dei Vodi, i proprietari decisero di trasferirsi nella casa sulla collina ritenendola più sicura di quella nel paese di Lavis. Per maggior sicurezza sul retro della casa era stato realizzato anche un rifugio nella roccia.
Verso la fine di aprile del 1945, negli ultimi giorni di guerra, dalla finestra dell’abitazione la famiglia Sette notò per alcuni giorni che tre persone sconosciute continuavano ad aggirarsi nei pressi della torre del Paiòn con fare sospetto.
Il timore è che questi individui stessero organizzando un attentato ai molti militari tedeschi che scappavano dal fronte italiano e che ritirandosi verso nord transitavano sullo stradone sottostante che passava anche davanti alle case del Maso. La via di fuga verso la val di Cembra e quindi la val di Fiemme era una delle più battute dai soldati tedeschi in ritirata.
Se si fosse verificata una cosa di questo tipo sicuramente i lavisani sarebbero stati oggetto di rappresaglia da parte dei militari tedeschi e probabilmente gli abitati di maso Franch sarebbero stati i primi ad essere puniti.
La paura e l’ansia crescevano ogni giorno e il pensiero che queste persone sospette fossero degli attentatori che avevano individuato nella torre il loro punto di appoggio divenne sempre più concreto. Ma fortunatamente non fu così. Un giorno, all’alba, un gran botto diede il risveglio alla famiglia Sette. La torre era stata fatta saltare e rasa al suolo.
Era il 25 aprile 1945.
Non sappiamo le motivazioni di questo gesto ne chi fossero le misteriose persone che fecero saltare la torre. Di sicuro a Lavis non ci furono episodi di attentati verso i soldati tedeschi in fuga e questo permise di non aggiungere altre tragedie agli anni già bui della seconda guerra mondiale.
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