L’oratorio nato dal voto dei capifamiglia

L’oratorio è quello Pressano e il voto è quello fatto alla Madonna e a San Giuseppe sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale

Pressano. La necessità di un oratorio per accogliere i giovani di Pressano e Masi si era fatta sentire ancora agli inizi del 1900 ma le poche risorse e le altre priorità della comunità avevano fatto tenere questo progetto in cantiere. Le tragedie della prima guerra mondiale avevano spazzato via ogni proposito lasciando alla comunità un solo obiettivo, quello di tirare avanti e sopravvivere in attesa di tempi migliori. La pace e l’avvento del fascismo portarono alla costruzione della nuova scuola elementare, che è stata recentemente demolita e ricostruita, mentre la costruzione dell’oratorio venne ancora rimandata.


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Le bombe della seconda guerra mondiale


L’ultimo periodo della Seconda Guerra Mondiale fu particolarmente difficile per gli abitanti delle nostre comunità. I bombardamenti alleati si intensificarono e si concentrarono soprattutto sugli snodi logistici quali strade, stazioni, e ponti ferroviari. Quello del Pont dei Vodi a Lavis fu uno dei bersagli più colpiti con conseguenti danni e pericoli per tutto il circondario. Le fughe nei rifugi antiaerei erano quotidiane e la paura dei bombardamenti si sommava anche alle preoccupazioni per i tanti giovani lontani impegnati a combattere contro un nemico che non si sapeva bene nemmeno chi fosse.

In questo clima di paura e preoccupazione cinquantatré capifamiglia di Pressano, chiedendo la protezione alla SS Vergine del Rosario e a San Giuseppe, si impegnarono a costruire un oratorio per la gioventù maschile di Pressano. La data ufficiale di questo voto è il 7 gennaio del 1945:

Voto. La popolazione di Pressano per impetrare dal Signore l’incolumità degli abitanti in paese e degli assenti nonché la salvezza delle loro case dai bombardamenti o da altri danni causati dallo stato di guerra, si mettono sotto la protezione della Beatissima Vergine del S. Rosario e del suo castissimo sposo S. Giuseppe e per ottenere la grazia domandata fanno solenne promessa di erigere un oratorio per la gioventù maschile con cappella in onore di San Giuseppe e ciò al più presto che sarà possibile a guerra finita. Pressano 7 gennaio 1945.

Il 4 luglio dello stesso anno il signor Giuseppe Parteli, di maso Bonhof,  donò il terreno sul quale erigere il fabbricato e gli spazio annessi.

L’oratorio di San Giuseppe


E finalmente cominciarono i lavori di costruzione. Il 31 marzo del 1946 venne posta la prima pietra alla presenza di Mons. Oreste Rauzi, Vescovo ausiliare di Trento.  Il progetto iniziale venne redatto dall’architetto Eugenio Taddei di Cles. Questo prevedeva una volumetria maggiore dell’attuale e una chiesetta sul lato sud-est, con abside e campanile slanciato.

In corso d’opera il progetto venne rivisto e ridimensionato dall’architetto Efrem Ferrari, con spazi minori e una chiesetta più sobria inserita nel complesso e sempre dedicata a San Giuseppe.

I lavori di costruzione furono possibili grazie alle donazioni e ai sacrifici dell’intera popolazione di Pressano che mantenne fede al proprio voto e da sé portò a termine questa opera.

Il 4 ottobre del 1953 vennero inaugurate la cappella, le sale dell’oratorio, il teatro e il piazzale adiacente.

Il 25 novembre del 1951 venne portata in solenne processione, dai reduci della guerra, la statua di San Giuseppe (realizzata dallo scultore Ferdinando Prinoth di Ortisei) e collocata nella cappella all’interno dell’oratorio.

Quando tanta gioventù è in guerra o in prigionia; quando le colline coronati il paese e la sottostante valle del Ponte dei Voti, giorno e notte, sono martellate dai bombardamenti, in quell’ora di “lampi e di fulmini”, la popolazione stretta attorno al suo parroco, per ottenere protezione e difesa, fa voto di erigere una chiesetta in onore di S. Giuseppe con annesso Oratorio per la gioventù. I pericoli sono gravissimi; il paese è risparmiato e la popolazione memore della promessa con generose offerte e più generosi sacrifici, aiutandosi unicamente da sé, porta a termine l’opera della chiesa e quella più grande dell’oratorio. Il 25 novembre 1951, – di domenica, giornata di sole e di serenità – la statua di S. Giuseppe è portata solennemente in processione dai reduci alla chiesetta dell’Oratorio, benedetta da Mons. Cesconi, concittadino di Pressano.

I restauri successivi


Nel 1982 vennero fatti i primi lavorio di restauro dell’edificio con il rifacimento del tetto e l’adeguamento delle sale interne.

I lavori del 1989 furono invece più radicali. Tutto l’interno venne demolito e ricostruito con una spesa totale di £ 500.000.000 coperti dal contributo della PAT, del Comune di Lavis, della Cassa Rurale di Pressano, della Famiglia Cooperativa di Pressano ma anche da tanti privati con offerte in denaro con prestazioni di manodopera gratuita. Il 26 maggio del 1991 il nuovo oratorio venne inaugurato dall’Arcivescovo Sartori.

È con questa ristrutturazione che venne realizzata anche l’opera che adorna la facciata esterna sopra l’insegna ORATORIO S. GIUSEPPE. Si tratta di un grande pannello in legno realizzato dal pittore Bruno Carlon di Nave San Felice che raffigura il Papa Giovanni Paolo II che cammina mano nella mano con alcuni giovani provenienti da tutti i continenti sotto la Croce di Cristo: un omaggio a tutta la gioventù del mondo.

Fonti

A. Brugnara, C. Moser, I luoghi dell’arte e della storia nel Comune di Lavis, volume 2, Comune di Lavis, 2008

P. Micheli, Tra l’Adige e l’Avisio: Pressano, Edizioni U.C.T. Trento, 1997

Nato a Trento nel 1972, laureato in Economia Politica all'Università degli studi di Trento. Impiegato commerciale è appassionato di economia e di storia. Attualmente è vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana.