Un antico manoscritto che ci da molte informazioni sulla gestione dei terreni della Comunità di Lavis, Pressano e Consorti
Lavis. Qualche tempo fa un mio conoscente mi ha chiamato per farmi vedere un vecchio libro che custodiva in un volt a Lavis. Si tratta di un manoscritto vecchio di quasi trecento anni con molte notizie sulla comunità di lavis alcune delle quali inedite. La lettura non è stata facile e decifrare il contenuto ha richiesto parecchio tempo ma la soddisfazione di riportare al presente quanto scritto allora è stata davvero tanta.
Il libro del notaio
Il testo è un libro di circa 120 pagine e consiste in un insieme di Regole (ordinanze) manoscritte tra gli anni 1739 e 1740. La maggior parte di queste riguardano locazioni di terreni nella Comunità di Lavis-Pressano e Consorti e per ognuna di queste c’è indicata la relativa perizia: misurazione, valore dell’affitto e confini. Tutte queste locazioni sono firmate dal notaio Paolo Benamà e risultano essere state redatte in parte a Lavis e in parte a Pressano. Molte di queste queste Regole sono state scritte anche in lingua latina segno che l’antica lingua oltre che negli ambienti ecclesiastici veniva utilizzata anche negli atti pubblici.
Dalla lettura di questo testo emerge che La Comunità Lavisana, in quegli anni, possedeva un grande numero di terreni in pianura, ma anche nelle colline, allora boschive, nei pressi di Pressano e Sorni. Queste proprietà si incrementarono ulteriormente dopo la costruzione delle roste e lo spostamento del corso del torrente Avisio. La maggior parte del terreno ricavato dal vecchio letto del torrente divenne infatti terreno pubblico.
Molto probabilmente in origine questo libro apparteneva proprio al notaio Paolo Benamà il quale si firma in alcuni casi anche come Presidente delle “Fabbriche Avisiane”.
Le Fabbriche Avisiane erano un’associazione che si occupava della manutenzione delle roste dell’Avisio, allora costruite non in pietra come adesso ma con palizzate in legno. Spesso queste palizzate venivano divelte o talvolta distrutte per lunghi tratti dalle piene del torrente. Anche la fluttuazione del legname, attività molto fiorente a Lavis, causava danni agli argini e quindi erano necessari continui lavori di controllo e riparazione.
Proprio nelle prime pagine del libro, relative all’anno 1939, viene indicato dove si devono fare degli interventi urgenti sugli argini rovinati da una precedente piena.
La Magnifica Comunità di Lavis
La Comunità di Lavis allora era una Magnifica Comunità (Lavis, Pressano e Consorti) con a capo il Regolano. Oltre al Regolano, i paesi di Lavis e Pressano avevano ciascuno anche un sindaco. Nave San Felice e Sorni invece non erano menzionati come paesi ma venivano inclusi con gli altri Masi nei Consorti e tutti assieme assieme avevano a capo un terzo sindaco.
L’Amministrazione Comunale, quando si riuniva per deliberare o discutere delle varie questioni che riguardavano la Comunità, comprendeva; il Regolano, i tre sindaci, più due rappresentanti eletti dai Vicini per Lavis due per Pressano e due per i Consorti, più il notaio.
Mentre a Pressano le riunioni si facevano nella Casa Comunale, a Lavis questa non esisteva e quindi si tenevano in una stanza nel piano sopra l’Osteria del Leon d’Oro.
Un altro elemento che emerge dalla lettura del nostro testo è che i terreni della Comunità venivano dati per legge in locazione solo esclusivamente ai Vicini.
Il verbale di una riunione
Riportare tutte le informazioni contenute nel libro è impossibile. Di seguito riporto quindi un estratto del verbale di una riunione che si tenne a Lavis il 29 agosto del 1740 che è un esempio utile per capire come si svolgevano le riunioni e cosa veniva deciso:
L’anno del Signore 1740 in giorno di lunedì, che fu li 29 del mese di Agosto in Lavis, nella stuva superiore dell’osteria del Leon d’Oro, alla presenza continua delli Gratiadei Grazioli di qui, e Giovanni di Zampedri delli Sorni pregati.
Quì personalmente esistenti li tit. Sig. Mattia Dom.co Kiechl Vice Regolano sostituto del Sig. Christoforo Mosaner Regolano di questa Nob. Comunità di Lavis, Pressano e Consorti.
Benedetto Tenaglia sindico di Lavis, Giovanni di Zeni sindico di Pressano, Giacomo Zanella sindico de Consorti, detto Sig. Mattia Dom.co Kiechl, Udalrico dell’Alber, ed Andrea Facchin eletti per Lavis, Sigismondo Barbi ed Antonio Longo eletti per Pressano, Carlo Fiemozzi con me cancelliere, eletti per Consorti facendo per se e sucessori in virtù de Decreti Regolani per titolo di locazione perpetuale da renovarsi in ogni capo d’anni dieci nove (19)……e con il tocco di mano viene dato a Domenico Endrici qui di Lavis qui presente un pezzo di terra Boschiva e crociva esistente nella pertinenza di Lavis loco detto al Pristol alto, come appare nella stima…
…Domenico Endrici si ha promesso e solennemente s’è obbligato detta pezza di terra coltivare fedelmente, megliorare e non deteriorare, e per quella annualmente nella festa di S. Michele o sua ottava pagare e sborsare alla prelodata Comunità o Rappresentanti della medesima, Fiorini 6 e Carantani 3 di Buona Moneta…
Io Paolo Benamà Notaio e Cancelliere della prelodata Comunità… scrissi e pubblicai pregato.
La perizia del terreno
Ogni locazione nel libro oltre al verbale di concessione riporta anche la relativa perizia del terreno fatta da un tecnico. Nel caso della locazione concessa al Vicino Domenico Endrici la valutazione del terreno è stata fatta dal agrimensore Antonio Cova:
Nel nome di Dio: Adì 29 Agosto 1740 in Lavis.
Io sottoscritto stato comandato dal molto Nobile Sig. Domenico Kiechel Vice Regolano,
ho misurato una pezza di terra Comunale boschiva, e crociva esistente nelle
pertinenze di Lavis – loco detto al Pristol’alto, che dà, e concede a livello questa
Nobile Comunità di Lavis, Presan, e Consorti a Domenico Endrici abitante in Lavis;
la qual pezza di terra principia dalla croce intagliata sul crozzo presso il sentiero
andando in su verso settentrione, e dirimpetto la cantonata di detto Crozzo, che
guarda diritto alle porte del Lavis, ed arriva sin al principio delli boschi del
Nobile Sig. Steffano Salvetti, dove fu fatto oggidì una croce nel Crozzo
appresso il sentiero, che fa termine: e da detta Croce andando in su verso sera
sin alla cantonata del muro del Pristol’alto, dove è le fratte di Bortol
dalla Betta l’uccellario de Prato; sotto il qual muro lontano due passi circa
fu fatta un’ altra croce nel Crozzo, che serve parimente per altro termine
del bosco di detto Sig. Salvetti; e finalmente andando verso mezzodì sotto
il detto muro del Pristol’ alto sino alli Crocivi di Casa Campi dove
si trova un’altra croce intagliata in un sasso Crozivo, che guarda dirimpetto
alla prima Croce sopra le Porte; quivi in retta linea alle sopradette
fu fatta un’altra croce sotto il muro del suddetto Pristol alto, e lontana
da quello passi 3, quasi passi 3 di distanza s’oserverà per tutto il detto muro,
a cui confina a mattina, il sentiero, anzi il fiume Lavis, mezodì li altri grezivi,
e Crocivi sera l’antedetto Bortol dalla Betta, a settentrione Sig. Steffano Salvetti.
Ritrovato in tutto della quantità di Piovi 2 ½, e passi 33.
In fede.
Felice Antonio Cova Agrimensore Giurato.
La parola crociva che si riscontra all’inizio del documento non è riferita all’infinità di croci confinarie menzionate ma è la forma di italianizzazione del dialetto croziva (da crozzo-roccia) è quindi fa riferimento a una porzione di terreno rocciosa.
Nonostante la ricchezza della descrizione e dei particolari riportati per misurare il terreno non sono stato in grado di identificare con precisione l’appezzamento. Tutta questa descrizione sembra proprio un rebus. Sicuramente si fa riferimento a un terreno sulla parte altra del Pristol, forse sul doss Paion, oppure in quello che cent’anni dopo diventerà il giardino-castello dei Ciucioi.
Forse qualche nostro lettore attento o informato sarà in grado di trovare o riconoscere qualcuna delle croci di confine indicate nel documento. Già questo sarebbe un buon inizio per identificare il terreno oggetto della locazione data a Domenico Endrici.
Buona ricerca.
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Una volta tanto diciamoci anche la verità …
Dei libri di manoscritti contenenti le Regole per Lavis & Pressano, antecedenti anche al 1700 , ne era pieno colmo un sacco di iuta nell’archivio della Canonica di Pressano ! Allora era parroco di Pressano e Decano di Lavis don Lorenzo Ferrai che ci aveva appunto mostrato il sacco pieno di Manoscritti , c’era anche l’assessore alla cultura del Comune di Lavis Luigi Mogna . Il sacco era in partenza per la provincia e quindi in attesa del ritiro da parte di un incaricato della Pat. Libri antichissimi di manoscritti contenenti le famose Regole ce n’erano molti e tutti ben conservati , Quindi quello pubblicato non è poi proprio questa rarità tanto proclamata … Devo aggiungere infine che di questi volumi sulle Regole, come detto anche antecedenti al 1700, Aurelio Rasini ne aveva diversi, alcuni avuti tramite un amico storico germanico …
Vorrei fare una precisazione a riguardo la contestazione.
Pur parlando di Regole, il contenuto di questo libro manoscritto, non ha nulla in comune e a che fare con il sacco di libri di Regole di Pressano (erano pergamene arrotolate) e i pacchi di libri di Regole del Geom. Rasini.
E’ tutta un’altra cosa.
Come si evince dalle due foto, e si legge bene il contenuto, la prima è la descrizione per la locazione di un terreno dell’allora Magnifica Comunità Lavisana “ in virtù dei decreti Regolani “, la seconda la perizia di questo terreno fatta da un esperto convalidato dalla firma del Notaio Paolo Benamà. Si può considerare un atto notarile dell’epoca.
In queste centinaia e oltre di pagine manoscritte, fra varie ordinanze riguardanti sempre i campi e le roste dell’Avisio, vi sono varie forme di locazione e vendite diverse, un interessante sistema di lottizzazione e modo di assegnazione dei terreni, inoltre nomi di località che oggi sono scomparsi ecc.. notizie sicuramente inedite.
Questo libro pur menzionando le Regole, oltre a varie ordinanze, è l’insieme di tutti gli atti notarili delle locazioni e vendite di terreni della Magnifica Comunità Lavisana degli anni 1739 e 1740. Documento notarile appartenuto al Notaio Paolò Benamà.
voglio rispondere che non c’erano solo pergamene nel famoso sacco di don Renzo ( per la verità i sacchi erano due ) , c’erano tanti libri manoscritti uguali a quello pubblicato ! In quanto ad Aurelio Rasini ricordo che ad una riunione dell’Associazione Culturale a casa sua insieme ad Albino Casetti, aveva presentato ed illustrato tutto il materiale recuperato e proveniente dal notaio Benamà e che lui aveva rilevato a Insbruch presso un amico storico , tutto qui … 111