Lavis. Come e quando sono nate le sfilate di San Nicolò? Per dare una risposta bisogna tornare indietro di circa mille anni!
A partire dal X-XI secolo, San Nicola cominciò ad avere nell’iconografia occidentale quegli elementi caratteristici che lo rappresentano e che ritroviamo anche nei quadri in alcune chiese del Trentino: le tre sfere d’oro o i tre sacchetti di monete, il libro delle Sacre Scritture e il pastorale, elementi che definirono in modo inconfondibile l’immagine di San Nicolò come portatore di doni.
Fu soprattutto in Francia, tra il XII e il XIII secolo, che si diffuse tra i cori dei chierici delle cattedrali, l’usanza di eleggere un ragazzo vescovo nel giorno della festa di San Nicola, il 6 dicembre, con conseguenti scorribande degli scolari nelle strade delle città. Nell’immaginario popolare, quindi, la figura di San Nicola cominciò a perdere quella severità episcopale e prevalse la figura di un santo vicino al popolo e coinvolto nella vita quotidiana, un santo caritatevole, portatore di doni anche agli studenti poveri.
Verso la metà del 1400, così come riportano alcuni documenti della diocesi di Strasburgo, comparve una figura di adulto che, vestito da San Nicola, raccoglieva fondi e oggetti vari, dandoli poi in beneficenza. Come riportato da alcuni studiosi delle tradizioni di San Nicolò, risale al 1507, nella contea di Stolberg in Germania, il primo documento che si riferisce all’usanza per i bambini di preparare la calza e di ritrovarla al mattino piena di doni. Il documento in questione, riguarda resoconti di spese che fanno riferimento all’acquisto di giocattoli e bambole per il giorno della festa di san Nicola.
Nel famoso dipinto di Jan Steen del 1665, conosciuto come “La festa di San Nicola”, in risalto vi è l’usanza familiare dei doni nel giorno della ricorrenza. Nel quadro San Nicola è assente. La scena mette in evidenza la gioia, lo stupore, il pianto dei bambini che hanno ricevuto o meno i doni desiderati.
Fino al XVI secolo, la punizione si riduceva nel non trovare all’alba i doni richiesti. Era una punizione morale. In alcune occasioni San Nicola arrivava con un sacco pieno di regali e nella stanza in cui era riunita la famiglia interrogava i bambini sul loro comportamento. Dopo “l’interrogatorio” di San Nicolò essi recitavano una poesia e poi, insieme agli adulti, le preghiere. Infine, avveniva la distribuzione dei regali ai bimbi.
A partire dal XVII secolo, accanto a San Nicola, comparvero alcune figure travestite da aiutanti per la distribuzione dei doni, o addirittura il diavolo che minacciava di portare via i bambini cattivi. Le due figure, presenti ancora oggi nei cortei di San Nicolò rappresentano, il Bene (San Nicola) e il Male (Krampus). Nelle sfilate del 5 e 6 dicembre vi è dunque una rappresentazione del conflitto tra le forze del Bene e quelle del Male, e il santo che tiene a bada i diavoli è l’elemento di speranza per un mondo migliore grazie ai comportamenti positivi dei bambini.
La tradizione della presenza dei Krampus nelle sfilate e nelle visite di San Nicolò non è nata all’improvviso nel Medioevo nei paesi germanici; i Krampus, che sfilano per tutto il periodo del Solstizio d’inverno, derivano dagli antichissimi spiriti silvani, presenti anche nelle leggende locali delle valli trentine.
Nel calendario dell’antica Roma nel periodo tra il 5 e l’8 dicembre, ricorreva la festa delle “Faunalia”, che si svolgeva nelle campagne in onore del dio Fauno, dio della fertilità e protettore degli animali, dei campi e dei boschi (del mondo rurale). In suo onore, appunto, si celebravano le “Faunalia” invernali. Fauno veniva rappresentato dai Romani con corna, zampe e coda caprini, cioè con le stesse caratteristiche del mascheramento zoomorfo dei Krampus, accompagnatori di San Nicolò.
Nei Paesi europei, in cui la tradizione di San Nicolò portatore di doni è tutt’oggi presente, il Krampus si è sempre presentato con il viso e il corpo coperto di pelo, con caratteristiche miste tra diavolo, satiro, capra e asino. È legato ai piedi o alle mani da catene, brandisce fruste o bastoni e urlando spaventa i bambini, minacciando di punirli, mentre San Nicolò raccomanda ai fanciulli di migliorare il comportamento e dispensa doni.
Nella seconda metà del 1800 nel mondo tedesco, San Nicolò e i Krampus diventarono oggetto di illustrazioni nei libri per l’infanzia ma anche di vignette umoristiche e di biglietti augurali “Gruß von Krampus”, che venivano inviati in occasione della festa di San Nicolò.
Il Trentino ha ereditato queste tradizioni sicuramente dal mondo tedesco. Nelle sfilate odierne e in base alle tradizioni del luogo in cui si svolgono, San Nicolò arriva in compagnia di vari personaggi che lo aiutano nella distribuzione dei doni. La presenza dei Krampus non sempre è prevista e San Nicolò sfila da solo o con alcuni aiutanti.
A Lavis, San Nicolò è accompagnato da angeli, da un frate e da alcuni di Krampus che, per fortuna, non dimostrano di essere particolarmente cattivi, e che, invece, con un gran baccano dei loro campanacci, si fanno largo tra la gente nelle vie del centro storico.
Anche quest’anno, quindi, l’appuntamento con San Nicolò è all’imbrunire del 5 dicembre, per dare inizio al mese più magico per i bambini nell’attesa dei portatori di doni.
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