Lavis. A metà degli anni ‘70 Aldo Gorfer nel suo volume «Le valli del Trentino. Trentino Orientale» scrive che:
Lavis è una grossa borgata al cui originario pittoresco nucleo storico si sono aggiunti nuovi rioni che hanno invaso, piuttosto disordinatamente, il conoide dell’Avisio spingendosi sul fondo valle, lungo la strada del Brennero, quella di Cembra e sulle pendici collinari verso Pressano.
Rispetto alla guida di fine anni ‘50, qui si fa un elenco delle attività: industrie manifatturiere, marmi, graniti, avvolgibili e perline, patatine fritte e panificio industriale, tavolame, imballaggi, giocattoli; materie plastiche, prefabbricati di cemento armato per l’edilizia. è anche un centro artigianale e commerciale. A metà degli anni 70 ha una popolazione di 5390 abitanti.
Al gennaio del 1970 l’amministrazione comunale stanzia 120 milioni di lire per la costruzione della fognatura di via Rosmini perché «le acque putride vengono smaltite attraverso canali del consorzio di irrigazione». Fra gli anni 60 e 70, infatti, lo sviluppo edilizio ha permesso l’insediamento, in via Rosmini, di circa mille persone: un quartiere, quello di via Rosmini, che alla fine del 1970 è ancora privo di una rete fognaria. A questo si deve aggiungere, inoltre, la nascita della zona industriale che in quel periodo dà lavoro a circa 200 operai.
A caratterizzare i primi anni Settanta è il tema della raccolta dei rifiuti. Manca, infatti, un sistema di raccolta e smaltimento che porta, inevitabilmente, a trasformare le zone periferiche, compreso il torrente Avisio, in discariche abusive.
L’Alto Adige pubblica un articolo dal titolo «Ogni angolo della zona è diventato uno sconcio» che va a trattare il problema dello smaltimento dei rifiuti. Nel testo si legge:
Il problema dello smaltimento delle immondizie nella nostra Borgata sta diventando sempre più grave ed è necessario che l’amministrazione comunale corra in un modo o nell’altro ai ripari. È ormai impossibile continuare su questo tono, la nostra Borgata ha assunto proporzioni tali che impongono la istituzione di un servizio di raccolta e di eliminazione di rifiuti familiari e dei negozi con una serie di norme.
Il fenomeno coinvolge direttamente anche il torrente Avisio:
Per rendersi conto di questo sconcio basta dare un’occhiata al greto del Torrente Avisio. È invaso di sudiciume di ogni genere dal ponte San Giorgio alla confluenza nell’Adige, ed è naturale che fra questa congerie di porcheria si annidino topi di dimensioni a dir poco gigantesche che a volte lasciano i loro rifugi per rilassarsi nelle campagne e nelle vie di periferia. Chi non crede a queste nostre asserzioni basta si prenda il disturbo di portarsi a breve distanza di via Paganella nella zona industriale avrà la possibilità di farsi una cultura sui topi. La settimana scorsa è stato uno dei soliti furbi che ha scaricato un camion di rifiuti di nafta lungo la scarpata della strada che porta al ponte dei Vodi e qualcuno poi l’ha incendiata e le fiamme hanno gravemente danneggiato alcune canalette dell’impianto di irrigazione.
La questione dei rifiuti è un problema che domina il dibattito in paese e non solo. Le strade tra Lavis e Cavalese sono caratterizzate dalla presenza di cumuli di rifiuti che spesso si trovano nei pressi del torrente Avisio. Un aspetto che preoccupa non poco perché Lavis prende l’acqua potabile proprio dal torrente Avisio: titolava infatti l’Alto Adige «Tra Lavis e Cavalese cumuli di immondizie». Nel gennaio del 1971 il comune istituisce un servizio di raccolta rifiuti, che si mostra sin da subito molto apprezzato e gradito.
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Ma il problema delle discariche sulle rive del torrente, anche nelle immediate vicinanze del paese, non è risolto. Cumuli di immondizie sono presenti ancora sotto gli argini, anche nella zona di Piazza Loreto, e il sindaco è costretto ad introdurre sanzioni.
Si tratta, a livello generale, di una vera emergenza. «Ad un certo punto, agli inizi degli anni 70 -racconta Giuseppe Casetti nell’intervista curata da Anna Brugnara- si cominciano a trovare rifiuti. Gli abitanti delle case affacciate sull’Avisio cominciarono a buttare i rifiuti dalle finestre sia da Sponda Trentina che Lavis. Un esempio: la fabbrica Molteni che produceva giocattoli in plastica con sede in piazza Loreto buttava nell’alveo del torrente rifiuti della produzione, si accumulava e poi la piena portava via tutto. Non è durata molto questa pratica perché poi sono arrivate le regole che hanno fermato anche l’abitudine di bruciare i rifiuti della raccolta organizzata in zona Vodi».
In un articolo del 22 aprile 1972 dal titolo «Tecnica e agricoltura inscindibile» si legge che
I tempi cambiano ed anche in agricoltura la tecnica sta spopolando, dove un tempo si usava il bue o il cavallo è il trattore a farla da padrone, tanto che le stalle, numerosissime nella borgata, sono oggi trasformate in garage per le macchine. Cambia la tecnica di coltivazione, ma la macchina non può arrivare ovunque e ne consegue che dove l’agricoltore sarebbe ancora costretto a lavorare la terra a mano, questa viene abbandonata. È il caso di tutti i terreni situati sulla fascia collinare che corre dal Paion ai piedi della Corona. Qui, fino a qualche anno fa esistevano numerosi terreni; si trattava di piccoli appezzamenti coltivati a vite ed a piante da frutto, che i nostri avi avevano strappato alla montagna a suon di piccone, portando poi la terra a braccia. Ecco le cosiddette Fratte, dei veri e propri giardini coltivati con passione che davano poco, ma quel poco che i proprietari ricavavano era meraviglioso. Qui nelle annate in cui la siccità non si faceva sentire, si produceva la migliore schiava della zona e la migliore nosiola. Ebbene, oggi Le Fratte sono sparite, al posto dei piccoli vigneti incastonati fra bosco e roccia, stanno crescendo i cespugli, in poche parole la natura si sta riprendendo ciò che l’uomo gli strappò con enorme fatica punto purtroppo è così. D’altra parte coltivare quei terreni non sarebbe più produttivo In quanto qui tutto deve essere fatto a mano e l’attuale economia non permette un simile lusso. Chi si avventura nei luoghi indicati, se ne può rendere conto e se non li conosce potrà ancora vedere le viti che stentano a morire e continuano a germogliare abbandonate a sé stesse e confuse alle piante del bosco che le soffocheranno per sempre. Lo stesso dicasi per mandorle, fichi, e ciliegi che in questa zona, considerata la sua ottima esposizione ed i ripari dai venti freddi del Nord, erano i primi ad annunciare la Primavera ed a dare i loro frutti di qualità. Qualcuno dei proprietari di questi terreni ormai abbandonati a sé stessi, ci ha detto che coltivare quelle terre e qui varrebbe a produrre uva che costa per lo meno 30.000 lire il quintale di qui la necessità di tagliare col passato per non lavorare in perdita.
Anche in questa fase, come in quella precedente, al centro del dibattito si trova, dalla lettura dei giornali del tempo, la questione ambientale. Ad aprile del 1972 il greto del torrente Avisio risulta finalmente pulito dalla spazzatura:
Il greto del Torrente Avisio nel tratto in cui attraverso la nostra borgata è stato ripulito da gran parte dei cumuli di rifiuti che venivano gettati da ogni parte. Il provvedimento premia l’attività svolta in questo senso dal Comune di Lavis e di Trento e dal genio civile. È logico che tale constatazione oltre a rendere più accettabile la zona dal punto di vista estetico, elimina gli odori che emanavano dalle immondizie. È augurabile che si faccia così lungo l’intero corso del torrente.
Ma un temporale estivo porta via tutti i rifiuti depositati sulle roste in valle di Fassa e Fiemme:
Le acque grosse, dilagando nella parte asciutta dell’alveo, oppure acquistando forza e velocità sono riuscite ad asportare tutte le immondizie che lo lordavano completando così quel lavoro che già le acque stesse avevano compiuto ai primi di giugno in occasione della precedente piena. Il greto dell’Avisio è di diversi rivi era diventato un autentico e schifoso immondiziario deposito di scatolame, bottiglie, involucri di cartone plastica, gabbiette e rifiuti di ogni genere. Molta gente infatti in tutta la vallata pare aver scambiato l’alveo dei corsi d’acqua per una discarica. Passando lungo la statale si vedevano nel suo greto rifiuti di ogni genere. Ora le acque hanno fatto quasi ovunque pulizia ed è sperabile che i ripetuti inviti, i divieti e soprattutto il buon senso e l’educazione impediscano che in breve si torni allo stato deplorevole di prima.
Il problema delle immondizie sulle rive del torrente si ripresenta nel 1973 dove si riprendete il triste fenomeno dei rifiuti gettati proprio nella zona del torrente nei pressi del paese.
Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino. Guida geografico – storico – turistica, Ente provinciale per il turismo, Trento, 1959, pp. 45-46
Aurelio Rasini, Lavis nel 1789 con un saggio di Annali Lavisani fino al 1980, Associazione Culturale Lavisana, Circolo Fotoamatori, 1999.
Albino Casetti, Storia di Lavis: giurisdizione di Königsberg-Montereale, Società di studi trentini di scienze storiche, Trento, 1981.
Aldo Gorfer, Le Valli del Trentino. Guida geografico – storico – turistica, Ente provinciale per il turismo, Trento, 1959.
Aldo Gorfer, Le valli del Trentino. Trentino Orientale, Trento, 1977.
Fonti giornalistiche
Giovanni Rossi, Gli spalti sulle roste e il campo lungo il torrente: quando nell’Avisio si giocava a calcio, ilmulo.it, 14 febbraio 2019.
Giovanni Rossi, Storia di una strada: com’è cambiata via Rosmini a Lavis, ilmulo.it, 6 ottobre 2019.
Alto Adige, “Tra Lavis e Cavalese cumuli di immondizie”, 9 gennaio 1971, p. 10.
Alto Adige, Una via con mille persone è ancora senza fognatura, 11 dicembre 1970, p. 12.
Alto Adige, La zona industriale di Lavis attualmente offre lavoro a circa 200 persone, 27 maggio 1970, p. 9.
Alto Adige, Ogni angolo della zona è diventato uno sconcio, 9 maggio 1970, p. 11
Alto Adige, “Verrà colpito da forti multe chi getta rifiuti nell’Avisio”, 23 gennaio 1971, p. 10.
Alto Adige, “L’Adige si è gonfiato ed è pieno di rifiuti”, 23 marzo 1971, p. 7
Alto Adige, Lavis: boom edilizio ma senza fognature, 5 novembre 1972, p. 8
Alto Adige, Nuova scuola media il progetto è pronto, 9 marzo 1972, p. 9
Alto Adige, Tecnica e agricoltura inscindibile, 22 aprile 1972, p. 11
Alto Adige, Pulito il greto dell’Avisio, 19 aprile 1972, p. 11;
Alto Adige, Il greto dell’Avisio pulito dalla piena, 22 luglio 1972, p. 14
Alto Adige, È tornato sporco l’Avisio a Lavis, 16 gennaio 1973, p. 6.
Fonti di Archivio
A.C.L, archivio corrente, Verbale di deliberazione della Giunta Comunale, n° 60, 4 agosto 1970.
A.C.L, archivio corrente, Verbale di deliberazione della Giunta Comunale, n° 61, 18 agosto 1970;
Ecomuseo Argentario, Archivio Memoria, Le vie dell’acqua e dell’uomo, Giuseppe Casetti intervistato da Anna Brugnara il 24 novembre 2023.
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