
Scomparso a 84 anni, è stato una figura di riferimento per la danza in Trentino e per la vita culturale del paese. I funerali si terranno venerdì 14 marzo alle 16.30

LAVIS. Adolfo Zennaro, classe 1940, è morto ieri nella sua Lavis, dov’è nato e cresciuto. Un terremoto per la comunità che nel corso degli anni ha imparato a conoscerlo ed apprezzarlo, soprattutto nella veste di fondatore e presidente della scuola di danza Ritmomisto.
Ma prima di ricordarlo in ciò che ha definito la seconda parte della sua vita, è doveroso ricordarlo anche come storica presenza al cinema dell’oratorio, dove insieme ai suoi “compagni di merende” come il nostro Giovanni Rossi, era presenza fissa come cassiere. Una figura importante e apprezzata, quella di Adolfo, e che difficilmente sarà dimenticata.
L’amore per la danza
Dell’attività sportiva, nella sua vita, ne aveva fatto un credo: tra lo sci di fondo e la corsa nulla poteva impedirgli di stare a casa quando le condizioni erano favorevoli per del sano movimento. A cavallo tra gli anni ’70 e gli anni ’80, poi, una folgorazione: la danza.
Inizialmente titubante, Adolfo inizia a ballare insieme alla moglie, Anna: a poco a poco si appassionano e per loro diventa una ragione di vita. Insomma, scatta la proverbiale scintilla, e la fiamma non si spegne più. Nei primi periodi andavano a ballare in una piccola balera a Vigolo Baselga, dove li accompagnava anche la figlia Manuela, all’ora ancora bambina: «Mi nascondevo in un angolo e leggevo dei libri – racconta – di ballare non ne volevo sapere. Poi, vedendo che si divertivano tutti, ho deciso di buttarmi».
Ecco che il nome “Zennaro” inizia ad intrecciarsi a doppio filo con la danza, fino a quel fatidico 2000. Nuovo millennio, nuove sfide, nuovi orizzonti: Adolfo, Anna e Manuela fondano Ritmomisto e da quel momento il sogno ha inizio. La scuola in breve tempo si fa conoscere e giungono persone da ogni angolo del Trentino per affacciarsi al mondo della danza, chi per muovere i primi passi, chi per consolidare tecnica e movimenti. Lo ha ricordato proprio Manuela poche settimane fa sul palco dello spettacolo in occasione dei 25 anni della scuola: «Senza i miei genitori tutto questo non sarebbe stato possibile».
Il suo insegnamento
Adolfo è morto serenamente il 12 marzo, dopo aver salutato i suoi cari. Un tempo prezioso, quello dei saluti, che non a tutti è concesso: un grande regalo fatto a quella famiglia a cui ha dedicato tutto sé stesso. «La scuola era la sua forza – continua Manuela – lui ha insegnato a tutti l’importanza del credere fino in fondo alle cose».
Sì, perché Adolfo è stato anche un grande insegnante, e lo si capisce dalla moltitudine di messaggi che la famiglia sta ricevendo in questi giorni di dolore: un grande abbraccio comunitario che arriva anche da lontano, da ballerini che col tempo hanno preso altre strade, ma ancora conservano stretto nel loro cuore il ricordo di una persona sincera, che per loro ha significato molto.
È stato davvero un uomo del fare, dello spendersi per gli altri, della dedizione e della precisione, proprio come quella disciplina che ha sdoganato insieme alla sua famiglia, rendendola una cosa davvero per tutti. «Papà ha vinto tutto quello che poteva vincere, e quando è stato il momento lo ha tramandato, questo è il suo lascito».
Adolfo lascia la moglie Anna, le figlie Donatella con Stefano, Manuela con Patrick, la sorella Giuseppina e gli adorati nipoti Simone con Alessia, Matteo con Lisa, Sophie e Timothy. Questa sera, giovedì 13 marzo, alle 20:00 sarà recitato il Santo Rosario. Domani alle 16:30 presso la Chiesa Parrocchiale saranno celebrati i funerali.
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