Il corso d’acqua come risorsa fondamentale ma anche forza distruttrice che ha condizionato pesantemente la storia delle nostre comunità
Mezzolombardo. Con l’appuntamento di domani sera alle 20.30, come di consueto in sala Spaur a Mezzolombardo (piazza Erbe), l’associazione Castelli del Trentino arriva a metà della propria rassegna.
“L’Adige come rischio e risorsa. Una storia conflittuale tra gestione e percezione” è il titolo della quarta serata con relatrice Elena Dai Prà, direttrice del centro Geo-Cartografico di studio e documentazione di Rovereto e professoressa di geografia all’università di Trento. L’esperta, nel dettaglio, si soffermerà sul rapporto altalenante di attrazione e repulsione, di amore e odio che nei secoli ha caratterizzato generazioni fra popolazioni e fiume. Un rapporto ricostruito tramite diverse fonti storiche e geografiche. Su quest’ultimo tipo di fonte, emerge l’importanza della geografia storica. Disciplina riconosciuta a livello internazionale e fulcro dell’intera esposizione. Vale a dire il cosa raccontano le carte storiche della storia del fiume Adige.
L’uomo cerca l’acqua ma anche un riparo da essa. In Piana Rotaliana, a partire dalle prime frequentazioni preistoriche fino ai giorni odierni, si è sempre vissuto un rapporto ambivalente verso Adige e Noce. Corsi d’acqua e fonti di vita ma anche di distruzione e morte, confini naturali e causa di conflitti tra comunità locali. In ogni epoca le comunità vivono il rapporto con i corsi d’acqua del loro territorio in modo differente, riflette il presidente dell’associazione Castelli, Andrea Sommavilla. Uno sguardo al passato è utile per comprendere nuovi problemi e soluzioni, spesso già analizzati ma dimenticati.
La serata è valida ai fini dell’aggiornamento Iprase.
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