Torniamo in Valsuagana con una nuova leggenda che ha per protagonisti un giovane contadino, una bella anguana e un terribile beatrìk, altra figura non popolarissima della tradizione popolare trentina

Rochi. Era una mattina d’estate di molti, molti anni fa. Tutti nella valle erano al lavoro. Chi a tagliare l’erba, chi al lavoro nelle proprie botteghe e chi a lavorare in malga.

Un giovane malgaro si stava recando, con il suo carretto, proprio verso la sua malga. Ad un tratto, proprio nel bel mezzo di un bosco dove si respirava la brezza ancora umida e con gli alberi coperti di muschio, tra i raggi del sole che si facevano largo fra il verde dei rami, vide una bella anguana. Era lì. Al bordo della strada selciata fra il verde del muschio e illuminata dai raggi del sole. «Un’anguana! -esclamò il giovanotto. Cosa ci fa qui un’anguana? È raro poterle vedere così vicine e soprattutto sul ciglio della strada che porta alla malga e ai pascoli del paese».

«Buongiorno – disse l’anguna. Posso salire sul tuo carro? Questa notte mi sono allontanata troppo dalla mia grotta. Mi potresti dare un passaggio? A te non costa nulla perché la mia grotta si trova non tanto lontano dalla tua malga». «Va bene -disse il ragazzo. Nessun problema». Lui, infatti, rispetto agli altri suoi compaesani, non aveva paura delle anguane.

Durante il viaggio parlarono del più del meno. Lei era, come tutte le anguane, molto bella. Occhi verdi, pelle chiara e capelli lungi e neri. Ad un certo punto la loro conversazione fu interrotta da un urlo forte e agghiacciante. Era il beatrik; il cacciatore selvaggio nemico giurato delle anguane.

La giovane anguana impallidì e iniziò a tremare. Si aggrappò forte al corpo del ragazzo supplicandolo di proteggerla. «Ti prego aiutami -disse piangendo la giovane. Proteggimi dal beatrik. In cambio farò tutto quello che vuoi. Ti prometto che ti farò diventare ricco e felice. Verrò a vivere con te. Anzi, se lo vorrai, ti sposerò e la nostra sarà una famiglia felice».

Il ragazzo, ammaliato da queste promesse, decise di proteggere la giovane anguana. «Ma come posso proteggerti dal beatrik?». «Devi disegnare -disse la giovane- un cerchio per terra, attorno al carro di cui non dovrai cancellare nemmeno un trattino di quel cerchio». Il ragazzo scese dal carro e con un bastone disegnò il cerchio. E in quel momento uscì dal bosco il cacciatore selvaggio con i suoi cani e si fermò proprio sul limite del cerchio.

«Cosa stai facendo? – chiese ringhiando il cacciatore. Proteggi questa donna? Questa anguana? Cancella subito questo cerchio. È un ordine. Se mi aiuterai diventerai ricco. Se non lo farai maledirò te e tutta la tua famiglia. Brucerò la tua malga e ucciderò i tuoi animali. E per gli anni avvenire il latte che toccherai si tramuterà in veleno. Hai capito bene?».

Il giovane non sapeva più cosa fare. Era combattuto: cedere alle minacce del cacciatore o alle promesse della giovane anguana. Alla fine, dicono quelli del villaggio, a vincere fu la paura o il tornaconto personale. A quel punto il giovane si avvicinò al cerchio cancellandone un tratto. L’anguana scoppiò in lacrime. Il cacciatore selvaggio balzò dentro il cerchio afferrò la poveretta per i capelli per poi sbranarla e farla in mille pezzi in un prato lì vicino davanti agli occhi increduli del giovanotto.

Con il passare degli anni il giovane malgaro diventò ricco e trovò una buona moglie. Ma non fu mai felice…e solo lui sapeva il perché.

Le anguane


Le anguane sono esseri che fanno parte del mondo spirituale/magico. Donne bellissime che, nella cultura pagana, abitano nei pressi dei corsi d’acqua ai piedi delle montagne o nei boschi. Sono figure femminili con poteri magici e fortemente legate all’acqua; quindi alla vita.

Nell’immaginario popolare sono protagoniste di leggende positive e drammatiche, in cui spesso vestono, in modo ingiusto, i panni di strega malvagia. Con l’avvento del cristianesimo durante il processo di demonizzazione della cultura pagana, vennero infatti accostate al diavolo e agli spiriti maligni. Le leggende a loro riferite si trovano in zone vicine ai corsi d’acqua. La loro credenza è diffusa nell’area alpina del nord-est (Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli).

Il beatrìk


Il beatrìk o il cacciatore selvaggio. Nell’immaginario alpino è un essere mostruoso e anche misterioso. In questa figura fantastica è possibile vedere il Diavolo in persona che si aggira di notte in compagnia dei suoi cani infernali. Le sue prede erano le povere contadine, fanciulle perse nel bosco e altre figure femminili come fate e anguane.


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Andrea Casna, iscritto all'Ordine dei Giornalisti del Trentino Alto Adige, albo pubblicisti, è laureato in storia e collabora con l'Associazione Forte Colle delle Benne. È stato vicepresidente dell'Associazione Culturale Lavisana e collabora come operatore didattico con il Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.