LAVIS. A settembre a Lavis aprirà un nuovo servizio di ginecologia. L’ambulatorio, specializzato nella prevenzione, sarà a Pressano e sarà gestito dai volontari di Anvolt, l’associazione di lotta contro i tumori. Già da ora si può chiamare per chiedere un appuntamento, specificando che lo si vuole a Lavis, al numero
0461 235543.
In un incontro pubblico a metà giugno, l’assessore Isabella Caracristi ha spiegato che è una soluzione dopo la chiusura nel 2014 dell’ambulatorio di ginecologia a Lavis, motivata dalla vicinanza con il centro sanitario di Mezzolombardo. È una questione che riguarda le donne di qualsiasi età, anche quelle giovanissime, considerando che la vita sessuale dei ragazzi è molto precoce.
Un punto di riferimento
Oltre alla prevenzione è importante l’educazione, sia per i ragazzi sia per i loro genitori. L’intento – spiega sempre l’assessore – è di avere in paese un punto di riferimento che possa integrare l’attività dell’Azienda sanitaria, con i controlli già offerti, a scadenze regolari, a Mezzolombardo e Trento.
«Negli ultimi anni l’incidenza dei tumori nella parte ginecologica è diminuita grazie soprattutto alla prevenzione», spiega Caracristi. Le modalità di collaborazione fra il Comune di Lavis e l’Anvolt dovranno ora essere definite e divulgate alla popolazione, anche sulla base delle richieste. È probabile che si sceglierà un giorno fisso di apertura dell’ambulatorio, con visite o consulti concordati su appuntamento.
Aggiornamento del 23 luglio: Alcuni nostri lettori hanno chiesto i motivi per cui si è scelto di aprire un ambulatorio a Pressano e non a Lavis. Lo abbiamo chiesto all’assessore Isabella Caracristi. Il motivo – ci ha spiegato – è che a Pressano c’è già a disposizione un ambulatorio comunale.
A Lavis invece i poliambulatori (per intenderci quelli dietro il parchetto) sono di proprietà dell’Azienda sanitaria e sono comunque già pieni, considerando che da qualche anno ospitano anche alcuni servizi assistenziali della Comunità di valle. L’ambulatorio di via Depero, sempre a Lavis, è invece privato: il Comune avrebbe dovuto pagare un affitto.
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