Questa è la prima puntata di un viaggio fra le chiese di Lavis, una sorta di visita virtuale alla riscoperta della bellezza dell’arte sacra locale
LAVIS. Non solo bancarelle per la tradizionale fiera dei Ciucioi. Domenica 1 dicembre 2019 sarà ricordata anche per le visite guidate alle chiese della parrocchia di Lavis e al giardino Bortolotti recentemente riaperto.
Quattro appuntamenti a partire dalle ore 10 per visitare le chiese di San Lazzaro e Sant’Udalrico con l’arch. Andrea Brugnara, sindaco di Lavis, e le chiese di Loreto e San Giovanni Nepomuceno con Gemma Tabarelli, guide beni culturali ecclesiastici.
In questa prima puntata faremo una sorta di visita virtuale alla chiesa di San Lazzaro.
LE ALTRE PUNTATE
2 – I misteri della chiesa di Sant’Udalrico. Il cimitero sepolto e Napoleone con il diavolo
3 – La chiesa che in centro storico protegge Lavis dalle inondazioni
Storia del ponte sull’Avisio
Ma c’è un luogo storico per eccellenza che congiunge la località San Lazzaro al borgo di Lavis: è il caratteristico ponte di ferro sul torrente Avisio, realizzato nel 1981 su progetto dell’ing. Franco Detassis, mentre la sua prima costruzione probabilmente risale all’epoca romana.
Già nel 1202 Lavis rappresentava il luogo di guado dell’irruento torrente Avisio che segnava il confine tra il Vescovado di Trento e Bressanone, in occasione dell’accordo per il dazio tra i due vescovi, si nomina il ponte per la fluitazione del legname dalle valli di Fiemme e Cembra.
Originariamente il ponte era posizionato più a valle, in corrispondenza della strada per Meano e aveva una struttura in legno. Distrutto dalle piene del torrente fu ricostruito in pietra, ma durò poco. Il cardinale Madruzzo propose una nuova costruzione del ponte in legno, coperto da un tetto in scandole, che i viaggiatori dell’epoca consideravano una vera meraviglia.
A causa degli eventi bellici del periodo napoleonico il ponte fu rovinato e in seguito ricostruito in ferro, durò fino all’inondazione del 1882. Un altro ponte in ferro sostituì il precedente e permise il passaggio della ferrovia Trento-Male, poi demolito per far posto all’attuale ricostruzione in ferro.
Direzione Roma
Attraversiamo il ponte insieme ad un gruppo interessato alla visita guidata con l’arch. Andrea Brugnara delle 10 alla chiesetta romanica dei Santi Lazzaro e Giuliana in loc. San Lazzaro che si trova nel comune di Trento dal 1926, ma appartiene alla parrocchia di Lavis.
La chiesetta è la più antica e risale al periodo medioevale, era annessa alla stazione di ricovero e ospedale per lebbrosi documentato dal 1237, da San Lazzaro iniziava la cinta daziaria denominata ab Pontavisio.
Il complesso era formato da un ospizio e lebbrosario. Lungo la via di transito del Brennero i pellegrini si spostavano a piedi, il principato vescovile aveva richiesto la presenza di ospizi ogni 20/25 km, quelli di Lavis e Albiano erano i principali, perché in prossimità del torrente si poteva alloggiare e attendere il momento opportuno per l’attraversamento.
Se il livello dell’Adige era troppo alto, i viandanti seguivano il sentiero Dürer che da San Floriano conduceva in val di Cembra, ma anche l’Avisio era molto insidioso e diversi furono i ritrovamenti di pellegrini tedeschi e olandesi annegati.
In quell’epoca era obbligatorio per chi aveva possibilità economiche andare a Roma almeno una volta nella vita per chiedere l’indulgenza. Nel 1400-1500 si assiste ad una impennata delle Confraternite di pellegrini dal nord Europa verso Roma, allo scopo di raccogliere fondi per l’edificazione delle basiliche e contrastare la riforma protestante.
Miracolo a San Lazzaro
Esiste una cronaca scritta da un monaco benedettino che prende spunto dal furto della reliquia di santa Anastasia, da lui stesso compiuto. Preso dai rimorsi si pente e racconta i miracoli del suo viaggio verso la Baviera. Nel libro vengono descritti i percorsi e le soste negli ospizi.
Il quinto miracolo avviene proprio a san Lazzaro: dopo aver pernottato con il fiume in piena, la mattina si risvegliano dall’altra sponda, trasportati miracolosamente.
La chiesa dedicata ad entrambi i santi era costituita da un’unica navata con abside a semicerchio, un accesso a destra verso l’ospizio vero e proprio, mentre a sinistra si accedeva alla cappella di santa Giuliana. Il cimitero era dislocato davanti alla chiesa.
All’interno si può ammirare l’arco santo di forme gotiche con il Cristo che riporta la data del 1624, la pala d’altare con la resurrezione di San Lazzaro e statue lignee della scuola pittorica fiemmese, un crocefisso ligneo del ‘700 e un confessionale in stile barocco proveniente dal duomo di Trento.
La facciata esterna conserva una bifora, resti di un affresco di San Cristoforo con bambino a protezione dei viandanti e una mano benedicente. Di grande interesse è il portone originale rarissimo sopravvissuto grazie all’oblio che ha investito la chiesa dopo il 1400. Fu il nobile Bartolomeo de Concini che nel 1505 a sue spese rinnovò la cappella di San Lazzaro. L’ultimo restauro della chiesetta è avvenuto tra il 1988 e il 1990, eseguito dall’architetto Andrea Bonazza.
La fiera di San Lazzaro
Nel piazzale davanti alla chiesetta si può ammirare la fontana storica del ‘800 in pietra rossa di Trento che fu portata qui nel 1932. È visibile lo stemma con l’aquila della città di Trento.
Dal ‘600 nel borgo si teneva la fiera di San Lazzaro, importante per il continuo passaggio di viandanti e lo sviluppo di osterie. Anche questa località è stata saccheggiata dalle truppe napoleoniche. Il 15 dicembre in concomitanza della festa di san Lazzaro la chiesa sarà aperta per la messa delle ore 11 con il coro santa Cecilia. (continua…)
FINE PRIMA PUNTATA
LE ALTRE PUNTATE
2 – I misteri della chiesa di Sant’Udalrico. Il cimitero sepolto e Napoleone con il diavolo
3 – La chiesa che in centro storico protegge Lavis dalle inondazioni
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