Pittore e musicista, ha contribuito alla storia della frazione di Lavis: oggi non potrà essere festeggiato, ma in molti lo penseranno
LAVIS. Il destino ha voluto che un momento così importante coincidesse con una pandemia. Non ci sarà dunque una festa a Pressano, oggi mercoledì 20 maggio, per i 100 anni del maestro Giuseppe Nicolini. Anche se non succede tutti i giorni di tagliare il traguardo del secolo di vita. E comunque per la frazione di Lavis è un momento storico anche per altri motivi: perché Nicolini non è un centenario qualsiasi. Dal 1949 è il direttore del “coro sociale di Pressano”. È un musicista capace di vincere premi internazionali. È stato per anni il maestro alle scuole elementari. Nel 1998 gli è stata conferita l’onorificenza di cavaliere.
Da sempre, ha intrecciato la sua vita artistica – fatta non solo di note, ma anche di quadri e disegni – con la storia di un piccolo borgo, costruito sulla collina sopra Lavis: «O nel coro o alla scuola, a Pressano tutti sono stati in qualche modo allievi del maestro Nicolini – dice Franco Franceschi, presidente del coro sociale –. Nella mia famiglia, siamo passati in cinque generazioni: prima mio nonno, poi mia mamma, io, le mie figlie e ora anche la nipotina». Infatti ancora oggi, nonostante il tempo che passa, Giuseppe Nicolini dirige il coro insieme al figlio. «Non potremo festeggiarlo – spiega Franceschi –. Ma tutti i coristi sicuramente stanno pensando a lui».
Il coro sociale di Pressano
Anche perché davvero la storia del coro sociale, e quindi di Nicolini, si lega in maniera inscindibile con quella di Pressano. Secondo la tradizione, il coro è stato fondato nel 1879. Erano anni difficili, in cui un paese contadino doveva fare i conti con la povertà. Il destino delle famiglie era legato all’andamento delle stagioni: per fare la fame, bastava un’annata difficile. È probabile che la musica fosse allo stesso tempo un impegno e una distrazione, ma anche un modo per tenere legate le persone e crearne un’autentica dimensione sociale.
Insomma, per costruire un vero senso di comunità. Anche Lavis aveva i suoi cori parrocchiali, la banda sociale e dal 1907 anche la “società corale Orfeo”. Ma Pressano era una realtà a sé, diversa dal capoluogo. Nell’orgoglio delle proprie radici e in quel senso di appartenenza che si esprimeva anche attraverso i canti di un coro.
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Musica e arte
Giuseppe Nicolini nasce a Pressano il 20 maggio del 1920. Scopre la musica durante il ginnasio, fino allo studio del violino, dell’organo e di composizione al liceo musicale di Trento. Si perfeziona nel canto gregoriano e nella direzione corale. Lo scoppio della guerra lo coglie nel pieno del servizio di leva in marina. In guerra, viene imprigionato e rinchiuso in un carcere a Londra, in Inghilterra. In questo periodo, entra in contatto con la pittura inglese preimpressionistica di Turner e Constable. Fin da adolescente, si era dedicato intensamente al disegno e alla pittura. Continuerà a farlo per tutta la vita, anche se lo considererà il suo «angolino privato di espressione libera», non necessariamente da esporre in pubblico.
Premi internazionali
Rimpatriato in Italia il 6 giugno del 1946 e tornato poi nella sua Pressano, supera il concorso magistrale. Insegna prima a Sporminore e poi, fino agli anni Settanta, nella scuola elementare di Pressano. Soprattutto, dal 1949 diventa direttore del coro sociale. Nel 1961 introduce le voci femminili. Nel 1972 crea la sezione delle voci bianche.
Sotto la sua direzione, il coro supera i confini del proprio paese. Partecipa alle produzioni dell’orchestra Haydn. Vince premi internazionali. «Il merito è tutto del maestro Nicolini – spiega Franceschi –. Ha dato tutto per il nostro coro. E non potremo dimenticarlo mai».
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