Autore: Giovanni Rossi

Giornalista, scrive per "Vita Trentina". Per decenni è stato il corrispondente da Lavis per "L'Adige". Memoria storica e appassionato di cinema, ha lavorato come tuttofare per il Comune di Lavis fino alla pensione. Scrive per "Il Mulo" dopo essere stato una delle colonne del giornale digitale "La Rotaliana".

Gli ultimi giorni della guerra e quella promessa alla Porta Rossa del Pristòl

Fra i tedeschi che stavano abbandonando Lavis di tutta fretta, c’è anche Otto Schneller: questa è la sua storia

C’era una volta Andersen, il papà delle fiabe che dormì a Lavis

L’autore della Sirenetta è fra i personaggi illustri che sperimentarono l’ospitalità del paese

La misteriosa scomparsa del campanaro a Lavis nella settimana di Pasqua

In occasione delle feste, pubblichiamo un racconto scritto dal nostro Giovanni Rossi

“Lascia o raddoppia” al bar Corona: l’arrivo della televisione a Lavis

LAVIS. L’evento mediatico e commerciale della televisione era arrivato a Lavis più di sessanta anni fa.

Le filande che riempivano Lavis e le famiglie che coltivavano gelsi e bachi da seta

Oggi è ormai un settore dimenticato dell’economia del paese: ma un tempo era uno dei più importanti

Le botteghe e i negozianti di quasi un secolo fa a Lavis

Passeggiata virtuale fra i negozi del paese: quando ancora non esisteva la crisi né la concorrenza di internet e centri commerciali

Le giostre e i suoni della Lazzera: i ricordi della fiera di primavera a Lavis

Dalle prime carrozzette in piazza Loreto alle canzoni del Festival di San Remo. Ecco perché a una sagra di paese possono legarsi tanti episodi diventati memoria collettiva

Quei volti cancellati dalla storia: quando le facce di Mussolini erano su tutti i palazzi di Lavis

Oggi è rimasta solo un’effige del duce, a ricordo del passato. Ma durante il ventennio il paese era pieno di scritte fasciste: tutto finanziato dai podestà, con contributi a fondo perduto

Devozione e comunità: quando negli anni Cinquanta Lavis accolse la Madonna Pellegrina

La statua votiva passava di paese in paese, accolta con grandi festeggiamenti. Dopo la prima volta nel 1949, tornò nella borgata nel 1954 e rimase per cinque mesi, ospitata ogni due giorni in una casa diversa

Allarme a Lavis! I coscritti “hanno rubato il tram” e il capostazione è inviperito

La storia (vera) di un momento di goliardia: quando bastò vedere un lucchetto aperto per decidere di fare un viaggetto notturno che finì in una caserma dei Carabinieri