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Autore: Giovanni Rossi
Se ne è andato a fine gennaio 2019, alla bella età di 97 anni: era il superstite di una dinastia di uomini di cultura e spettacolo
Negli anni Cinquanta c’era un progetto, discusso anche in Consiglio comunale, e c’erano alcuni imprenditori interessati. Ma poi non se ne fece più nulla e tutto finì nel dimenticatoio
Viaggio nelle professioni del passato: dai bottai agli aggiusta-tutto, quando i lavori erano una tradizione di famiglia
Fino ai primissimi anni ’60 l’intero centro storico era attraversato in lungo e in largo da questi condotti a cielo aperto: alimentavano mulini e segherie, irrigavano le campagne e davano da bere al bestiame. Qui le donne si trovavano a fare il bucato
Perché anche nei momenti di maggiore difficoltà e grande povertà, non si è mai smesso di cercare un modo per svagarsi. Anche in modo creativo
Un mondo magico vissuto da bambini. Prima di diventare la sede delle associazioni del Comune, quella era semplicemente la casa della zia
A metà strada fra tradizione e goliardia. Negli anni Venti si inventavano amori o si svelavano coppie rimaste in segreto: tutto gridato dall’alto verso il paese
Dal primo teatro comunale nel 1849 al Pinocchio di Arrigo Toller: le tante emozioni sui palchi lavisani, fra attori, registi e spettacoli di paese
La chiamavano “l’ascensore dele Dolomiti”, inaugurata nel 1957, rimase in funzione fino alla fine degli anni Settanta. Era un’opera ardita che però suscitò anche troppe invidie
Dalla licenza nel 1928 fino ai nuovi gestori: un’edicola di famiglia, carica di vita, di notizie e di tanti ricordi da riscoprire