Quei giovani che urlavano dalla loggia dei Ciucioi: la storia del “Trato marzo” a Lavis

A metà strada fra tradizione e goliardia. Negli anni Venti si inventavano amori o si svelavano coppie rimaste in segreto: tutto gridato dall’alto verso il paese

Si apra il sipario: storia del teatro e delle filodrammatiche a Lavis

Dal primo teatro comunale nel 1849 al Pinocchio di Arrigo Toller: le tante emozioni sui palchi lavisani, fra attori, registi e spettacoli di paese

Quando c’era la funivia direttissima che da Lavis saliva sulla Paganella

La chiamavano “l’ascensore dele Dolomiti”, inaugurata nel 1957, rimase in funzione fino alla fine degli anni Settanta. Era un’opera ardita che però suscitò anche troppe invidie

Agricoltura di sussistenza e sogno di turismo: la Val di Cembra fra Otto e Novecento

Il paesaggio era caratterizzato dai terrazzamenti per la produzione del vino. Le municipalità intanto spingevano per la tramvia da Lavis a Predazzo

Un viaggio nel tempo: la mappa catastale di Lavis nel 1813

Nei disegni voluti da Napoleone si può vedere il paese così com’era più di 200 anni fa, quando ancora l’Avisio non era regimentato

I primi novant’anni di vita del tabacchino dei Negrioli e Nardelli a Lavis

Dalla licenza nel 1928 fino ai nuovi gestori: un’edicola di famiglia, carica di vita, di notizie e di tanti ricordi da riscoprire

La “memoria costruita” a Lavis dopo la Grande guerra

Mentre venivano dedicate targhe a Carlo Clementi e Carlo Sette, il proprietario dell’albergo alla Tramvia fu accusato di essere “austriacante” e deportato in Calabria

Il giardino e castello dei Ciucioi a Lavis: tra storia e leggenda, in attesa della riapertura

C’è chi racconta del fantasma di una principessa e chi si prepara all’inaugurazione: 170 anni dopo sta per rivivere il sogno di Tomaso Bortolotti

La storia del Grundig Sport Palace: il primo palazzetto dello sport a Lavis

Non solo per il tennis, ma anche per la scherma, il pugilato e anche per spettacoli d’ogni genere. E per l’inaugurazione arrivò Primo Carnera

Lavis, “il giubilo per la redenzione della borgata” in quella lapide di 100 anni fa

Si trova sul municipio e celebra, con i toni tipici del tempo, l’annessione all’Italia