Un viaggio nel tempo: la mappa catastale di Lavis nel 1813

Nei disegni voluti da Napoleone si può vedere il paese così com’era più di 200 anni fa, quando ancora l’Avisio non era regimentato

I primi novant’anni di vita del tabacchino dei Negrioli e Nardelli a Lavis

Dalla licenza nel 1928 fino ai nuovi gestori: un’edicola di famiglia, carica di vita, di notizie e di tanti ricordi da riscoprire

La “memoria costruita” a Lavis dopo la Grande guerra

Mentre venivano dedicate targhe a Carlo Clementi e Carlo Sette, il proprietario dell’albergo alla Tramvia fu accusato di essere “austriacante” e deportato in Calabria

Il giardino e castello dei Ciucioi a Lavis: tra storia e leggenda, in attesa della riapertura

C’è chi racconta del fantasma di una principessa e chi si prepara all’inaugurazione: 170 anni dopo sta per rivivere il sogno di Tomaso Bortolotti

La storia del Grundig Sport Palace: il primo palazzetto dello sport a Lavis

Non solo per il tennis, ma anche per la scherma, il pugilato e anche per spettacoli d’ogni genere. E per l’inaugurazione arrivò Primo Carnera

Lavis, “il giubilo per la redenzione della borgata” in quella lapide di 100 anni fa

Si trova sul municipio e celebra, con i toni tipici del tempo, l’annessione all’Italia

Gli spalti sulle roste e il campo lungo il torrente: quando nell’Avisio si giocava a calcio

A Lavis c’è stato un tempo in cui le squadre si sfidavano nel greto. Ma poi la furia dell’acqua si è portata via tutto

Il grande ciclismo a Lavis: quando Coppi, Bartali e Charlie Gaul assalivano il Pristol

Il “Circuito degli assi” era organizzato dall’Unione sportiva e portava in paese i grandi campioni della bicicletta

La storia della ferrovia elettrica della Trento-Malé e di come ha cambiato Lavis

Un tempo i binari attraversavano il centro, adesso sono sotto terra. Nel frattempo sono state costruite tre diverse stazioni, ad accompagnare la crescita costante del paese

Morti sul campo, morti in paese: quei lutti della Grande guerra a Lavis

Quasi un centinaio di persone morirono in guerra, ma a falcidiare i lavisani contribuì anche l’influenza spagnola